Di Nino Sangerardi:
Trecentocinquantacinquemila euro. Somma che il sindaco della Città metropolitana di Bari, Antonio Decaro, ha decretato con urgenza in favore di Tersan Puglia spa. Perché? A fronte della sentenza definitiva del Consiglio di Stato, che ha condannato la Provincia di Bari, dal 2014 denominata Città Metropolitana.
Il danno risarcito è stato causato dal provvedimento di revoca (poi dichiarato illegittimo), firmato dai responsabili dell’Ente provinciale, dell’autorizzazione rilasciata nel 2001 alla società modugnese Tersan Puglia spa per l’esercizio di raccolta, trasporto, stoccaggio provvisorio, riciclo rifiuti speciali e produzione, tramite compostaggio, di fertilizzanti per l’agricoltura.
La cifra sborsata è stata inserita nel capitolo “debiti fuori Bilancio” della Città metropolitana, specificata così: 8.067,80 euro per spese sostenute da Tersan Puglia, 199.03582 per mancato guadagno, 37.504,25 rivalutazione monetaria, 49.504,25 interessi legali, 12.250,20 spese consulente tecnico. Il totale fa euro 305.878,82.
Dagli incarti giudiziari si evince che nell’anno 2012 i giudici del Tribunale amministrativo barese sanzionano la Provincia di Bari. Motivo?
La Provincia nel 2004 aveva sospeso l’attività della Tersan Puglia spa per una “… serie di irregolarità riscontrate nella gestione dell’impresa”. Blocco scattato da maggio a ottobre. Il Tar accoglie l’istanza della società, cancellando la misura dell’Ente provinciale.
Tersan chiede, per gli ingenti danni subiti, 2 milioni di euro. Il Collegio dei giudici,dopo l’analisi delle carte, stabilisce che la Provincia deve rimborsare a Tersan 722 mila euro.