La giornata di ieri, convulsa ai livelli massimi nei rapporti fra il premier e (c’è da supporre, almeno buona parte di) Taranto, si è conclusa con l’annuncio del premier, via facebook. Abbiamo a cuore la sorte dei bambini, eccetera eccetera eccetera, e c’è un miliardo di euro a disposizione dopo la rinegoziazione con i Riva. Annuncio che è tardivo, certo si potrà obiettare che prima sarebbe stato impossibile. Tuttavia i buoi sono scappati ormai e richiudere il cancello si potrà anche fare ma il recinto resta vuoto. A proposito di vuoto, per dare proprio un’idea di come va a finire a Taranto, la foto diffusa ieri sul social network: orario di inizio della manifestazione Pd, a Taranto, per il sì al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre.
Ci sono più relatori che spettatori (anzi spettatore, considerando i seduti). Detto che il cancello si chiude dopo la fuga dei buoi, proseguendo con le frasi fatte si potrebbe dire che Taranto, per il premier, è diventato un campo minato o anche che, nella città ionica, Renzi ha trovato il vicolo cieco in cui è andato a infilarsi. Mettendosi contro, e non è una novità ovviamente, il presidente della Regione Puglia ma non solo lui: anche il presidente della commissione Bilancio della Camera, il pugliese Francesco Boccia (Pd) al quale Renzi aveva attribuito la responsabilità del mancato inserimento di un emendamento da 50 milioni di euro per la sanità tarantina. E Boccia ha detto che quel mancato inserimento è esclusiva responsabilità del governo. Non solo: il premier ormai in confusione nella vicenda di Taranto, ha fatto la frittatona vera mettendosi contro i genitori tarantini, parlando di strumentalizzazione del sit-in da essi programmato il 3 dicembre, data del silenzio elettorale. Con una letteraccia, i genitori tarantini hanno risposto a Renzi che il sit-in del 3 dicembre è annullato e che, il senso è quello, il presidente del Consiglio deve vergognarsi in quanto non ha a cuore le sorti della città. Renzi, che ieri Michele Emiliano ha definito ossessionato dal referendum, per questo (cavolo di, chiedendo scusa per l’affermazione assolutamente inelegante) referendum ne sta collezionando, di antipatie. Non potendo immaginare cosa sia destinato a essere il 5 dicembre dal punto di vista della figuraccia, per il momento quella con i tarantini, con i genitori tarantini meglio, è l’apoteosi.
Giusto per rigirare, inevitabilmente, il coltello nella piaga, a proposito di referendum: alla stessa ora del vuoto al convegno Pd di Taranto, in provincia, a Martina Franca (dove oggi arriva Barbara Lezzi, senatrice M5S) si è svolta un’iniziativa per il no. Organizzata da Forza Italia e un aspirante sindaco, Pino Pulito. Com’è andata? Foto accanto.