Il traghetto Norman Atlantic è trainato da un mezzo navale albanese verso il porto di Valona.
Argilio Giacomazzi, comandante della nave Norman Atlantic: “Lei rappresenta il riscatto di tutta la Marineria italiana dopo il caso Costa Concordia” gli hanno scritto sui social network dove in tantissimi lo hanno “celebrato”. Lo ha lodato anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Per l’Italia, in questa drammatica, e anche tragica, vicenda, è stato un personaggio positivo. Però dovrà rispondere di naufragio colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose plurime. Lo indaga la procura di Bari che nel registro degli indagati ha iscritto pure l’armatore Visentini, di quello scafo che ha cambiato nomi e compagnie con un turn-over incredibile. Peraltro l’armatore continua ad affermare che lo scafo era in condizioni di navigare.
Attesa in mattinata a Brindisi la nave San Giorgio, impegnata nei soccorsi. Potrebbe, in realtà, ritardare delle ore perché tuttora impegnata nella zona delle operazioni, perché c’è la situazione dei dispersi a richiedere, ovviamente, l’effettuazione di ricerche e relativo supporto. A bordo della nave San Giorgio, 186 persone. Intorno alle otto stamani, sbarcati a Manfredonia circa quaranta naufraghi, da un mercantile.
Dieci morti, 38 dispersi: il bilancio è ancora provvisorio, inevitabilmente, perché c’è da capire la sorte di quei38. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, parla di 427 persone salvate nell’operazione di soccorso andata avanti per un giorno e mezzo. Le liste dei passeggeri rischiano di essere (almeno) due e non si capisce, dunque, quanti fossero quelli a bordo, e di sicuro c’erano anche dei clandestini.
Ci sono poi accuse molto gravi, fra passeggeri perfino. Ad esempio: uomini additati come persone che picchiavano le donne, per accaparrarsi il posto giusto, quello della salvezza. La storia della Norman Atlantic, intensissima e drammatica da domenica, non è ancora finita.