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Altamura-Gravina in Puglia: la diga iniziata quarant’anni fa, mai terminata. E si spendono duecentomila euro annui per vigilanza, luce, telefono e manutenzioni Saglioccia, decenni di lentezze amministrative e del contenzioso. Ora un finanziamento di cinque milioni di euro per completare l'invaso

DIGA SAGLIOCCIA

Di Nino Sangerardi:

“ Dal Servizio nazionale dighe,sezione di Napoli, si ha notizia dell’esistenza di un finanziamento di 5 mln di euro per il completamento dell’invaso Saglioccia”.E’ quanto rileva il consigliere regionale Nino Marmo(gruppo Forza Italia).Pertanto chiede a presidente della Giunta e assessore competente se sono a conoscenza della sovvenzione economica,che cosa intendono fare per recuperarla e se vogliono raccordarsi con il Consorzio bonifica Terre d’Apulia per realizzare le infrastrutture utili al collegamento della diga con la rete irrigua.

In attesa della risposta dei vertici politici della Regione Puglia, forse è interessante raccontare,in breve, che cosa è lo sbarramento Saglioccia.

Molti passi indietro nel tempo. Correva l’anno 1973.

Lo Stato decide di elargire la prima struttura irrigua agli abitanti del territorio,sitibondo, della Murgia barese. Dove? Contrada Tempa Bianca, tra Altamura e Gravina : qui scorre il torrente Saglioccia.Bacino creato grazie a un muro alto 22,5 metri,un milione e 800 mila di metri cubi la capacità d’invaso.

Si disse, nelle riunioni indette da esponenti politici e governativi nazionali regionali e locali al cospetto di zappaterra e contadini e agitprop paesani, : ”La diga potrà irrigare ottocento ettari ,frenando così l’abbandono della terra, e assorbirà centinaia di disoccupati trasformando la campagna arida in campi di ortofrutta e bieticoltura, e nascita di aziende zootecniche. Viva l’Italia!”.

Progetto delegato al Consorzio bonifica Fossa premurgiana,in seguito Consorzio Bonifica Terre d’Apulia.

Appalto consegnato il 16 ottobre 1975 al vincitore Armando Torri spa di Milano. Quest’ultimo contesta il programma tecnico del Consorzio. Le ruspe muovono terra e calcestruzzo a giugno 1977. Importo lavori pari a 1,7 miliardi di lire,a cui il Ministero dell’Agricoltura soggiunge 4,5 miliardi del vecchio conio italico,tramite la Cassa per il Mezzogiorno.

Dopo 33 anni, il 20 dicembre 2011 si ha contezza che le opere principali della diga sono state ultimate nel 1993 da Intercantieri spa .

Ma per l’ultimazione funzionale e esercizio dello schema idrico occorre mettere in pratica quanto segue : “…collegare all’invaso la rete irrigua,fornitura e messa in opera degli idranti di consegna,completamento degli espropri e pagamento delle indennità”.

Nel frattempo la società Intercantieri chiama in giudizio il Consorzio. Pretende euro 3.837.950,65. Il Tribunale di Bari con sentenza del 2004,confermata in Appello, ne riconosce all’impresa euro 537.789,99,sborsati dal Ministero dell’Ambiente, con ulteriore aggravio finanziario, nel 2009.

Tocca al Governo di Roma rioccuparsi della Diga Saglioccia.

Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti,a metà anno 2016, comunica che la stazione appaltante è sempre il Consorzio Bonifica Terre d’Apulia,che al 31.12.2014 sono stati spesi 30.290.197,00 euro,che per ultimare i lavori(56,32% eseguiti) ci vogliono altri 15 milioni di euro.

Di fatto il Consorzio Terre d’Apulia per la diga spende 200 mila euro all’anno in custodia,vigilanza,energia elettrica,telefono,manutenzioni.

Riuscirà la Regione d’Apulia a rendere funzionante,con 5 milioni di euro, quest’opera pubblica iniziata 39 anni fa?

(foto: fonte Nino Sangerardi)

DIGA SAGLIOCCIA

 

 

 

 

 

 

 


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