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Alberobello: la banca bloccata dalla giudice, salvo il caseificio Sospesa la procedura esecutiva. Confedercontribuenti: "rilevata l'applicazione di usura da parte dell'istituto di credito"

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Di seguito un comunicato di Confedercontribuenti:

La titolare di un piccolo caseificio di Alberobello (BA), con il supporto di Confedercontribuenti Puglia ha visto riconosciute le sue ragioni contro BCC della medesima cittadina.

La dott.ssa Pasculli, giudice titolare della pratica, ha rigettato le istanze dell’istituto di credito e sospeso la procedura esecutiva, sciogliendo immediatamente la riserva, nell’ultima udienza tenutasi presso il Tribunale di Bari, rilevando l’applicazione di usura da parte dell’istituto di credito.

“La cliente della banca aveva l’occasione di comprare un locale strategico per la sua attività; avendo in essere una posizione debitoria in fase di rimborso rateale, chiedeva ai vertici dell’istituto un sostegno per l’esecuzione dell’acquisto che avrebbe modificato le condizioni di rientro del debito precedente. Ottenuto, verbalmente, il sostegno richiesto, la signora procedeva alla sottoscrizione del compromesso di acquisto ma, contrariamente alle aspettative, la banca richiedeva l’estinzione del debito pregresso.  Pertanto la cliente offriva, ragionevolmente, la proposta di una rateizzazione in coda a quella già in essere che veniva, però, rifiutata attivando repentinamente la procedura esecutiva” – dichiara Paolo De Carlo di Confedercontribuenti Puglia.

Con l’intervento di Confedercontribuenti Puglia in particolare  dell’avv.to Giuseppe Baldassarre del foro di Bari e di  perizie econometriche si sarebbe dimostrato l’applicazione dell’usura da parte della banca e ci si opponeva in sede di giudizio alle manovre di quest’ultima.

“La procedura esecutiva, nel frattempo, continuava a produrre i suoi effetti con tentativi di vendita andati, fortunatamente, deserti. In prossimità di una nuova asta la dott.ssa Pasculli in udienza ha recepito le ragioni addotte, ha valutato opportunamente la documentazione presentata, ha rilevato l’applicazione dell’usura e ha, quindi, sospeso la procedura. Una decisione sicuramente importante  in cui si vedono riconosciute le ragioni di quei clienti sottoposti a rapporti bancari basati su pretese tali da superare i tassi soglia oltre i quali è, appunto, applicata l’usura” – continua De Carlo.

I debiti vanno sicuramente onorati ma, d’altra parte, sarebbe necessario un atteggiamento di maggior comprensione delle esigenze del singolo.

“Le BCC,  banche che dovrebbero essere vicine al territorio che si pubblicizzano come ‘differenti’,  avrebbero il dovere istituzionale di promuovere e sostenere lo sviluppo piuttosto che  praticare l’usura.   Al contrario si manifesta come un vero e proprio nemico. Questo atteggiamento si è scontrato contro una giustizia che, pur lenta nell’agire, sta finalmente cominciando ad accogliere le ragioni dei più deboli e rilevare che l’usura si nasconde subdolamente anche tra gli istituti bancari” – conclude De Carlo.


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