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Giornata contro il tabacco. Ieri quella delle patate Iniziative anche in Puglia

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Di seguito un comunicato diffuso da Romano Pesavento, presidente del coordinamento nazionale docenti delle discipline dei diritti umani:

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco (World No Tobacco Day 2024) dell’OMS, che si celebra il 31 maggio, segnala la gravità della situazione in atto, soprattutto nelle scuole italiane.

Secondo i dati raccolti nell’anno scolastico 2023/2024 dal Centro nazionale Dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità (CNaPPS) fuma o svapa uno studente su tre tra i 14 e i 17 anni. Sono cifre allarmanti. Tanto più che raddoppierebbe il policonsumo, cioè l’abitudine di utilizzare alternativamente sigarette elettroniche e tabacco normale. Giovanissimi vanno in contro alle dipendenze e alle malattie. Il marketing, spietato, immette sul mercato prodotti accattivanti con design colorati o in stile manga, quasi per mimetizzare il rischio di morte che si accompagna al consumo abituale del tabacco e affini; addirittura nonostante il divieto gli adolescenti spesso non incontrano difficoltà nei punti vendita a veder soddisfatta la propria richiesta di acquisto. Anche l’età si è abbassata del primo incontro con il fumo. I genitori non riescono a fronteggiare il problema fumo, anche quando comprendono che i figli ne sono dipendenti. Sorprende in considerazione della forte crisi economica che i ragazzi riescano a disporre di denaro per tale vizio; le sigarette elettroniche e non sono estremamente costose e incidono pesantemente nel bilancio familiare.

Il CNDDU auspica nuovi e più efficaci interventi finalizzati alla repressione del fumo all’interno delle scuole, con l’avvio di una campagna “NoSmoking” incentrata sull’informazione dei rischi e delle malattie connesse al fumo. Sarebbe opportuno, come già accade in alcuni Paesi, introdurre il divieto anche nei luoghi pubblici all’aperto (come le piazze, le vie centrali delle città, i parchi etc.). Inoltre si lancia il progetto “Sentinelle contro il fumo” da sviluppare d’intesa tra i comuni e le scuole in cui gli studenti, accompagnati dai propri docenti, con addosso una casacca rilasciata dall’amministrazione comunale, sensibilizzano i fumatori, soprattutto i loro coetanei, circa i rischi della loro abitudine. Il percorso può venire monitorato in modo da raccogliere dati e riflettere sulle strategie più opportune.

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Di seguito un comunicato diffuso da Asl Taranto:

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che ricorre ogni anno il 31 maggio, il Centro Antifumo del Dipartimento Dipendenze Patologiche ha avviato diverse iniziative di informazione e sensibilizzazione circa i danni causati dal tabagismo e dalla dipendenza da nicotina. Sui canali social aziendali sarà diffuso un contributo video, nel quale i professionisti dell’equipe del Centro Antifumo spiegano come e perché accedere al servizio. Venerdì 31 maggio, inoltre, dalle 9 alle 12 gli studenti del corso di laurea in scienze infermieristiche di Taranto incontrano l’equipe “antifumo” in una mattinata studio di sensibilizzazione e informazione presso la sede accademica della Cittadella della Carità.

Dati epidemiologici dimostrano che la dipendenza da nicotina è in aumento, come la conseguente mortalità, ma l’incremento del numero di accessi ai servizi del Centro Antifumo raccontano che è in aumento anche il numero delle persone che prendono consapevolezza della problematica. Smettere di fumare è difficile; come indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, la dipendenza è una malattia con andamento cronico recidivante e richiede un aiuto specialistico. Vi sono anche nuovi risvolti, come spiega Vincenza Ariano, direttrice del Dipartimento Dipendenze Patologiche di Asl Taranto: «Il tabagismo è un problema sottovalutato anche a causa dell’avvento delle sigarette elettroniche che rappresentano, soprattutto per i giovanissimi, un elemento importante di progressione verso le sigarette con nicotina. Addirittura, la sigaretta elettronica e altri dispositivi similari sono diventati un’idea regalo diffusa tra gli adulti da fare ai giovani, con la convinzione di offrire loro un’alternativa “più sana” alla sigaretta con nicotina: nulla di più sbagliato».

Anche il Dipartimento di Prevenzione sostiene azioni di prevenzione per il fumo da tabacco tutto l’anno, attraverso il programma di promozione della salute. Il catalogo 2023/24 ha coinvolto circa 800 studenti delle scuole primarie e secondarie e durante il mese di maggio si sono svolte diverse manifestazioni finali, durante le quali gli studenti hanno condiviso con le famiglie e i docenti i risultati dei programmi svolti.

Il fumo rappresenta una causa prevenibile di malattia e morte prematura, documentata in tutto il mondo quale causa di patologie cardiovascolari e neoplastiche dell’apparato respiratorio. Il danno da fumo diretto è responsabile di 8 milioni di morti all’anno; l’esposizione al fumo passivo causa 1 milione di decessi annui. Il fumo da tabacco è responsabile del 71% delle neoplasie polmonari, del 42% delle BPCO (broncopneumopatie croniche ostruttive) e del 36% delle altre patologie a carico dell’apparato respiratorio. Il danno è correlabile con la dose di esposizione e la durata del fumo, ed è un danno di tipo cumulativo.

Nel caso di queste patologie, la cessazione del fumo da sigaretta è fondamentale e costituisce la principale terapia dei pazienti che hanno affezioni respiratorie.

La dipendenza da tabacco è una vera e propria malattia che agisce a livello di sistema nervoso centrale. Il soggetto che ha una dipendenza da tabacco non può smettere di fumare per sola volontà. Nella dipendenza, infatti, intervengono anche alcuni meccanismi neurobiologici che condizionano la voglia di fumare e la ricaduta, anche dopo periodi di astinenza prolungati. Chi desidera intraprendere un percorso di disassuefazione dal fumo può rivolgersi al Centro Antifumo del Dipartimento Dipendenze Patologiche, che è un riferimento provinciale. Presente in Asl Taranto dal 2016, il Centro opera con un’equipe multidisciplinare dedicata alla presa in carico, prevenzione, diagnosi e cura dei problemi legati alla dipendenza da tabagismo. L’accesso al Centro Antifumo è aperto, senza necessità di prescrizione medica, è sufficiente prenotarsi e non vi sono liste d’attesa. I servizi offerti dal centro si articolano su due piani: un ambulatorio di secondo livello che offre la presa in carico personalizzata della persona, e l’attivazione di corsi, finalizzati alla smoking cessation, che il Centro propone periodicamente nei quali, attraverso l’esperienza del gruppo, si attua un percorso che porta all’astensione da fumo.

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Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

Le patate pugliesi, con primati come la ‘patata rossa’ tipica della provincia di Lecce, quella di Calimera, la Sieglinde, le patate di Zapponeta  e la patata di Galatina DOP, sono sotto attacco del clima pazzo e dell’invasione di prodotto estero, con le importazioni che nel 2024 sono cresciute del 18% e quelle dall’Egitto che sono addirittura triplicate nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat, in occasione della prima giornata internazionale della patata, indetta dalla FAO il 30 maggio con lo scopo di mettere in evidenza il ruolo chiave di questo prodotto nell’alimentazione globale, con una produzione mondiale che si aggira intorno ai 3,75 miliardi di quintali. Un evento celebrato al Mercato di Campagna Amica al Circo Massimo a Roma, con un incontro alla presenza dell’assistente direttore generale e capo scienziato a.i. dell’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Beth Crawford. Per l’occasione è stata allestita un’esposizione sulla biodiversità del prodotto italiano con i cuochi contadini  protagonisti di uno show cooking con la preparazione del piatto più tradizionale della cucina Made in Italy a base di patate: gli gnocchi.

Ma il tubero più usato in cucina, che in Puglia vanta una produzione di 600mila quintali, subisce anche gli attacchi della tropicalizzazione del clima, tra siccità e grandinate, come quella – aggiunge Coldiretti Puglia – che ha colpito nelle scorse ore i campi a Nardo e Copertino, azzerando in pochi minuti la produzione di patate in pieno campo.

L’aumento delle importazioni quest’anno segue un 2023 durante il quale hanno attraversato le frontiere nazionali 791 milioni di chili di patate straniere, in crescita del 39% rispetto a dodici mesi prima, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. A questi ne vanno aggiunti altri 288 milioni di chili congelate e 74 milioni di chili cotte e congelate, oltre a 10 milioni di chili di patatine già pronte tipo quelle fritte dei sacchetti. Prodotto che spesso finisce per essere venduto come italiano grazie al principio dell’ultima trasformazione permesso dal codice doganale sull’origine dei cibi. Ma sono state scoperte anche delle truffe con patate francesi vendute come nazionali.

I risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione – conclude Coldiretti Puglia – con la riforma dei reati in materia agroalimentare perché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie.

Piatto povero per eccellenza, le patate – sottolinea la Coldiretti Puglia – sono tra gli alimenti più presenti sulle tavole in case e nei ristoranti, consumate tal quali o come ingrediente in mille modi diversi, fritte, bollite, croccanti al forno o in padella, a purea ma anche in ricette dolci o salate. Originarie del continente americano, nello specifico delle Ande, raggiunsero le coste europee solo nel XVI secolo per poi conquistare le cucine del mondo per la loro versatilità, contenuti nutrizionali e il basso costo.

Circa l’80%  dei consumatori mangia patate almeno una volta a settimana e tra i principali criteri di acquisto spicca il rapporto qualità/prezzo – conclude Coldiretti –  fattore decisivo per il 53% dei consumatori coinvolti che si posiziona poco più in basso la provenienza nazionale, importante per il 45% degli intervistati, secondo l’indagine promossa da Unapa, l’Unione nazionale di settore.


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