Se tutti quelli col mal di pancia, dovessero farselo venire contemporaneamente, non ci sarebbero bagni sufficienti oggi in municipio a Taranto. L’opposizione, naturalmente, avrà di che contestare. Ma nella seduta di insediamento del consiglio comunale, anche dalla maggioranza arriveranno con ogni probabilità delle critiche al sindaco Rinaldo Melucci, per un inizio di mandato che non ha proprio entusiasmato. Esempio: riceve gli acquirenti Ilva e non va al consiglio di fabbrica dei lavoratori, mentre i suoi colleghi di mezza provincia ionica sono presenti. C’è, comunque, sullo sfondo, per le insoddisfazioni di maggioranza, la composizione della giunta. Come se gliela avessero fatta Michele Emiliano (soprattutto) e Michele Pelillo, è il senso delle contestazioni. Vicesindaco un barese, cosa che per la tarantinità non è il massimo. E via discorrendo. Contestazioni soltanto, oppure gli sarà fatto pagare qualcosa al momento di votare qualcosa, ad esempio l’elezione del presidente del consiglio comunale? Il candidato di Melucci sarebbe Franco Sebastio ma rischia di essere impallinato dagli alleati. Questo il clima, nella mattinata dell’insediamento. La partenza, a Taranto, non è stata granché.
La vulgata non solo giornalistica ma quella più importante popolare, ha sempre definito Taranto e i tarantini “amanti dei forestieri” ebbene il novello sindaco attenendosi proprio ad essa ha trovato opportuno avvalersi di persone non tarantine per farsi aiutare ad amministrare questa città che ne ha viste tante e troppe per non meravigliarsi più di nulla. Scegliere persone di vaglia alle quali affidare incarichi importanti è stata una decisione da “cataldiano verace” trovando il modo di iniziare con il piede “sinistro” questo percorso amministrativo non certamente privo di perigliosi scogli, infatti non dimentichiamo siamo sempre una città di mare NO ? O sbaglio . Infatti qualche buontempone a suo tempo la definì con la vocazione industriale (SIC!?)
CONTINUA : Lo stesso buontempone, uno dei tanti tra ministri e politici vari, trovarono anche che la storia di questa città non era stata chiarita sufficientemente tanto che per giustificare la presenza del mostro prima Italsider e poi Ilva, decisero di datare la nascita del ottocentesco Cimitero e quindi la realizzazione del quartiere Tamburi successivi a quella della realizzazione degli stabilimenti industriali, assolvendo pertanto coloro che l’avevano realizzati adiacenti alle abitazioni con grave nocumento della salute degli abitanti incolpevoli e ignari dei pericoli che questi rappresentavanp.