“Le esigenze cautelari sussistenti nel caso in specie sarebbero evidentemente frustrate ove si consentisse ancora lo svolgimento dell’attivita’ di impresa presso l’Afo 2 e ciò in quanto i lavoratori ivi operanti sarebbero ancora esposti al rischio di verificazione di eventi dello stesso tipo di quello occorso a Morricella. Derogare a siffatte esigenze, in tutta evidenza, non compete all’autorita giudiziaria; del medesimo parere, d’altra parte, è stata la Procura della Repubblica allorquando la stessa, con decreto del 9 luglio 2019, ha disposto lo spegnimento dell’altoforno sottoposto a sequestro preventivo – misura ritenuta tutt’ora pienamente in vigore – così da porre in esecuzione in vincolo cautelare disposto dal gip in data 29 giugno 2015. Rispetto alla situazione sin qui formulata non pare offrire elementi di novita il parere successivamente formulato dalla Procura in relazione all’istanza”.
Così scrive il.giudice Maccagnano che ha respinto l’istanza di Ilva in amministrazione straordinaria per la facoltà d’uso dell’altoforno 2 del siderurgico, sequestrato dal 9 luglio.
—–
ArcelorMittal prende nota della decisione del Tribunale di Taranto, recapitata a ILVA in AS, di rigettare la revoca del sequestro dell’altoforno 2.
ArcelorMittal, gestore del polo siderurgico, non è parte nel procedimento legale, ma sta comunque approfondendo le ripercussioni che da questa decisione possono derivare per l’operatività dello stabilimento di Taranto.
L’Azienda ha preparato un calendario per la chiusura dell’altoforno 2 come richiesto. Tuttavia ArcelorMittal spera che una soluzione alternativa sia trovata in quanto il funzionamento dell’altoforno 2 è parte integrante della sostenibilità del sito di Taranto.