Di Nino Sangerardi:
“Questa Corte evidenzia, anche per l’esercizio 2018, gravi anomalie nella quantificazione del trattamento retributivo in favore dell’ex Direttore…Il rendiconto è stato approvato ben oltre il termine del 30 aprile,la Comunità del Parco non ha emesso il parere di competenza in quanto il 30 luglio 2019 ha espresso all’unanimità un voto di astensione”.
E’ quanto si legge nel documento della Corte dei Conti Sezione controllo sugli Enti,firmato dal presidente Manuela Arrigucci e relatore Daniela Acanfora, con oggetto il bilancio finanziario anno 2018 del Parco nazionale dell’Appennino Lucano,Val d’Agri e Lagonegrese.
Quest’ultimo comprende 29 Comuni, sede legale in Marsiconuovo. A fine dicembre 2018 il Consiglio direttivo viene sciolto e nominato un commissario straordinario insieme a due subcommissari per la durata di sei mesi. Dopo le dimissioni del commissario e di un subcommissario nel mezzo di febbraio 2019 e maggio 2019 sono stati designati nuovi organi straordinari prorogati per altri sei mesi.
Il 15 ottobre 2019 c’è la nomina dell’attuale struttura commissariale con proroga del 4 giugno 2020 con ulteriori tre mesi.
Durante il 2018 il vertice amministrativo del Parco era rappresentato da un dirigente unico revocato dal suo incarico dal commissario nel dicembre 2018 a fronte di rilievi formulati dal Ministeri vigilanti(Ministero Ambiente e Ministero Finanze).Quindi la mansione di direttore,10 dicembre 2019, è stata conferita ad interim al direttore del Parco nazionale del Cilento il quale rassegna le dimissioni in data 11 febbraio 2020 e pertanto oggi il Parco Appennino Lucano risulta privo di tale figura amministrativa.
Il rendiconto redatto da un professionista esterno al quale è stato affidato nel 2015 il servizio bilancio contabilità finanziaria per un importo di 171.000,00 euro esclusi Iva e eventuali oneri.
Per l’anno 2018 la somma impegnata sul capitolo “spese per esternalizzazioni” è di 19.871 euro,i pagamenti nella misura di 18.800,00 euro.
“Si rileva—scrivono i Giudici contabili—che l’esternalizzazione di funzioni ordinarie non è conforme alla vigente normativa art.7 decreto Legge n.165/01”.
Il consuntivo finanziario registra un avanzo di 409.321 euro con un aumento esponenziale rispetto al 2017(20.707 euro) per effetto della sensibile contrazione del disavanzo di gestione in conto capitale da 1.081.420,00 a 365.073 euro.
La spesa per il personale(17 unità di cui tre a tempo determinato),al netto del Tfr, ammonta a 818.189 euro in lievissima flessione.
La Corte sottolinea che “ la mancata corrispondenza della quota dell’avanzo di amministrazione vincolata al Tfr con importo dal Fondo accantonato nello stato patrimoniale passivo, come invece correttamente effettuato nel 2017. Si invita l’Ente Parco a correggere tale impostazione contabile in conformità al principio generale della prudenza, al fine di garantire la copertura finanziaria integrale del debito maturato nei confronti dei dipendenti”.
La consistenza di cassa a fine 2018 subisce un notevole aumento passando da 249.927 euro a 546.630 euro. I residui passivi,contributi per la promozione del territorio e educazione ambientale,registrano una significativa diminuzione(42,6%) raggiungendo la somma di 1.168.067 euro.
L’esercizio finanziario 2018 chiude con un avanzo di 28.055 euro in sensibile contrazione tenendo conto dell’anno 2017 : 458.815 euro. Il patrimonio netto si attesta a 6.299.998 euro in leggero incremento stante l’anno precedente(6.271.943 euro).
Il Parco, come dichiarato dal Collegio dei revisori dei conti e Ministeri competenti, ha rispettato i limiti posti dalla Legge in materia di spendine review provvedendo a versare al bilancio dello Stato la cifra di 8.400,00 euro.
I Giudici invitano i referenti apicali del Parco a “comunicare al Ministero delle Finanze i dati relativi ai beni immobili,essendo obbligo di Legge”.
La relazione della Corte è stata trasmessa ai presidenti di Senato e Camera.