Quattro alberi, nella villa del Carmine a Martina Franca. Per l’esattezza, sono in corrispondenza dell’ingresso posteriore della scuola “Chiarelli”. Tre di essi, e sono quelli a destra nella foto, si trovano in una sorta di spiazzo pavimentato. Poi c’è l’albero a sinistra, quello storto, che si trova fuori da quello spiazzo pavimentato.
Da alcune settimane i tre nello spiazzo hanno anche dei numeri, perché, come altri alberi qua e là a Martina Franca (vedi vari cipressi al cimitero) devono andare giù. Malati, o pericolosoi, insomma le motivazioni non mancano. Ce n’è una per la quale i tre alberi della villa Carmine devono essere abbattuti: i tre pini provocano, con le loro radici, un pericolo per i bambini. Ma, viene detto, non è che spariscono proprio gli alberi. Vengono sostituiti, con essenze autoctone: il leccio. Come dire, si fa i bravi con il consigliere extracomunitario ma l’integrazione non è roba di alberi.
Senonché una signora, nelle scorse settimane, ha scritto al periodico Extramagazine sottolineando che ci sono delle possibilità di salvare gli alberi e anche l’incolumità dei bambini, con dei particolari rivestimenti contenitivi delle radici. Ovvero, il taglio è una soluzione semplicistica, ci si pensi su.
Aggiunge il sottoscritto: l’infanzia e l’adolescenza è stata in una zona di pini, di pinete, nella macchia mediterranea della Maremma, dove i pini sono così rispettati che gli anziani, quando si voleva scrivere qualcosa sulla corteccia, rimproveravano e dicevano che è come ferire una persona. Le radici dei pini è ciò con cui convivono, ad esempio in quelle zone della Maremma, gli automobilisti: i cigli stradali, altro che se non devono fare i conti con le radici che mettono a repentaglio anche la sicurezza delle persone. Eppure lì si provvede a tutelare persone e alberi. Qua no. Si taglia. E si tagliano tre alberi pressoché dritti, in piena salute. Sta bene anche quello storto, ci mancherebbe. Ma lui si salva comunque perché si trova fuori, sia pure di qualche centimetro, da quello spiazzo pavimentato. Come se fosse fuori dall’area di rigore e quindi il fallo suo è meno grave di quello degli altri tre. Prima di tagliare quegli alberi pensateci bene. A proposito, le associazioni ambientaliste che ci dicono? Per ora, il sottoscritto ha registrato un gran silenzio. Ma naturalmente ha torto il sottoscritto e le associazioni ambientaliste potranno dimostrare di avere detto la loro, rispetto a questo caso strano e bruttino.
Agostino Quero