L’arbitro è stato più forte. Di quel calciatore che lo aveva menato in campo, dei tifosi che lo hanno picchiato negli spogliatoi, del presidente che (parole del dirigente) lo avrebbe ammazzato se lo avesse avuto fra le mani. Luigi si è fatto qualche giorno in ospedale, ha il collare ma ora è pronto a ripartire, oddio ci vorrà del tempo per recuperare sul piano fisico. Ma le violenze, quelle, sono sconfitte. Lo si capisce dalla lettera, che ha pubblicato sul social network. Grazie a mamma e papà, agli arbitri, alle tantissime persone di ogni parte d’Italia che gli hanno espresso solidarietà e lo hanno incoraggiato.
“A te papà. Grazie, perché domenica, oltre a sopportare freddo, vento e i soliti insulti rivolti a me, ma che offendono anche chi accompagna noi arbitri, hai sopportato tanta rabbia per quello che è successo e, soprattutto perché, bloccato da una recinzione, non hai potuto fermare la mano di chi mi colpiva. Grazie, perché solo quando sei entrato tu nello spogliatoio, pochi minuti dopo l’aggressione, con il tuo abbraccio mi sono sentito al sicuro. A te mamma. Grazie, perché nonostante quella sola volta che sei venuta a vedermi arbitrare, dopo solo mezz’ora, ti sei allontanata non potendo sopportare i toni e le contestazioni che mi venivano rivolti e, nonostante ieri lavavi la mia divisa sporca di sangue con gli occhi lucidi di pianto, mi hai sempre incoraggiato e sostenuto con il tuo sorriso”. Ancora: “Ai vertici e componenti A.I.A. e F.I.G.C. nazionali e regionali, Grazie, perché con l’attenzione che avete dedicato al mio caso e all’impegno che state assumendo perché situazioni del genere non possano più accadere, avete dato un senso positivo a quanto mi è successo. Ai colleghi arbitri di tutta Italia dalla serie A ai Giovanissimi. Grazie, perché, con le vostre telefonate e i vostri messaggi di affetto, mi avete fatto capire quanto è grande questa mia seconda famiglia e che un arbitro, in qualsiasi posto d’Italia si trovi e in qualsiasi situazione, non è mai solo. Al presidente Paolo Prato, agli osservatori e a tutti i colleghi della sezione di Lecce. Grazie, perché sin da subito vi siete stretti a me ed alla mia famiglia, incoraggiandoci e aiutandoci a superare il momento. Grazie perché martedì, alla riunione Ots, con la vostra accoglienza e le vostre parole di stima e affetto, mi avete fatto sentire fiero di essere un arbitro e di avere persone come voi sempre accanto, sentimento rafforzato ancor più dopo aver letto il vostro articolo ‘Forza Luigi’. Grazie di cuore a tutti”.
(foto: Luigi Rosati, ha il collare)