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Martina Franca: neve e disagi, due ristoratori vanno dall’avvocato per fare causa al Comune Già ricevute molte disdette per il cenone di San Silvestro. Attribuita la responsabilità alla gestione insufficiente dell'emergenza

neve martina 31 gennaio mattina

I responsabili dei nuclei di protezione civile vengono descritti come molto irritati. Diciamola così. Irritati per non essere stati messi, sostanzialmente, nelle condizioni di svolgere il servizio di emergenza, in funzione preventiva soprattutto. Il nucleo di protezione civile, a Martina Franca, ha fatto un buco nell’acqua. Anzi nella neve. Particolarmente grottesco sembra a qualcuno il fatto che sia stato deciso di far spargere il sale nelle zone pedonali quando c’erano le strade, da percorrere in automobile, ancora da essere sottoposte a intervento. E il sale andava buttato lì, non dove cammina la gente a piedi.

Le lamentele sono molte e continue. E riguardano anche, ma non lo diranno mai, il malcontento di amministratori pubblici, che si sono visti alle prese con una gestione dell’emergenza molto inadeguata. Chissà se sia vera, circola una battuta riguardante la necessità sollecitata dalle associazioni di protezione civile, per istituire il nucleo di emergenza al fine di fronteggiare la nevicata. Da palazzo ducale sarebbe arrivata una considerazione del tipo non ce n’è bisogno, sarà una spolverata, al limite un po’di ghiaccio.

La “spolverata” finirà in tribunale, probabilmente. Perché due ristoratori hanno già chiamato il loro avvocato di fiducia e gli hanno conferito l’incarico di citare in giudizio il Comune di Martina Franca. Disdette di clienti perché la situazione della viabilità a Martina Franca non consente di essere al sicuro, soprattutto considerato com’è stata gestita. Questo sarà il contenuto della citazione. Ovviamente al Comune di Martina Franca i responsabili avranno anche il diritto di pensarla diversamente e potranno dimostrarlo. Poi magari diranno anche a quella famiglia che abita a quattro chilometri dal centro urbano, perché per un’intera mattinata nessuno ha dato ascolto alle telefonate, innumerevoli, del padre di un ragazzo disabile. Doveva andare a prendere le medicine per il figlio, è rimasto bloccato in casa. E racconta che a una telefonata, gli è stato risposto (non si ben chiarito da parte di chi, comunque non dal Comune) che se non è morto, ci sono altre priorità.

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