Di seguito il comunicato diffuso dalla segreteria nazionale Fim-Cisl e, a seguire, il comunicato Usb:
Incontro tra il viceministro Teresa Bellanova, le Organizzazioni sindacali, la Direzione Ilva e la Regione Puglia sugli ammortizzatori per i lavoratori dei siti Ilva di Taranto e Marghera, che ammontano dopo l’interruzione della trattativa la scorsa settimana. Dopo una lunga discussione sui vari punti, è stata raggiunta in serata un’intesa sulla procedura di cassa integrazione straordinaria avanzata originariamente dall’azienda per 4.984 lavoratori su un totale di oltre 10.000 lavoratori interessati. FIM FIOM e UILM hanno sottoscritto l’intesa in quanto coerente con le richieste avanzate nel corso del negoziato. L’accordo prevede un tetto massimo di Cigs legata alla procedura di amministrazione straordinaria di Ilva spa pari ad un numero massimo di 3300 lavoratori (3240 Taranto, 60 Marghera) con sospensioni medie pari a 2465 a Taranto e 35 nel sito di Marghera. I lavoratori impiegati sugli impianti che saranno interessati a marcia ridotta saranno coinvolti in una rotazione bi-settimanale. Per i circa 800 lavoratori addetti al tubificio, tubificio ERW, rivestimenti, e PLA del sito tarantino, nei periodi di fermo produttivo, è definita una rotazione certa di una settimana lavorativa a fronte delle sei di Cassa. Per quanto riguarda la formazione, ILVA si è resa disponibile a una giornata di formazione aggiuntiva in alternativa alla sospensione e a valutare la proposta della Regione Puglia in merito ad un tavolo tecnico per esaminare ulteriori percorsi di strumenti formativi utilizzabili. Il viceministro Bellanova ha confermato lo stanziamento per il 2017 di 24 milioni di euro per garantire la copertura del 70% della retribuzione dei lavoratori interessati e la maturazione dei ratei di incidenza retributiva come nella condizione dei CDS. Non ci sono invece disponibilità della regione Puglia, come invece era successo per i lavoratori dell’Ilva di Genova, per l’integrazione del 10% della retribuzione. Oltre all’incontro di verifica sulla prossima vendita dell’azienda, la scadenza per la presentazione delle proposte definitive è il prossimo 3 marzo, si prevedono verifiche trimestrali in sede di Ministero dello Sviluppo di monitoraggio dell’accordo sulla Cigs e sull’andamento aziendale. La FIM-CISL ritiene assolutamente importante l’accordo in quanto tutela i lavoratori e garantisce un percorso concordato nei prossimi mesi. L’accordo mette in sicurezza i lavoratori e il loro reddito durante tutta la fase prossima, che sarà molto impegnativa per i lavoratori, caratterizzata dagli scenari della vendita e del nuovo piano industriale. Abbiamo trovato il modo per alleviare l’impatto su tutti i lavoratori e in particolare su quelli che in questi anni hanno maggiormente pagato la crisi in prima persona, con la definizione di un sistema di rotazione certo ed esigibile, sostenuto dalla formazione professionale. Va valorizzato l’impegno del Governo e del Viceministro Teresa Bellanova a convocare tempestivamente un incontro prima della conclusione dell’assegnazione tra le proposte industriali in campo, che risponde alla richiesta sindacale del pieno coinvolgimento nella costruzione dello sviluppo industriale sostenibile del gruppo Ilva. Il cammino per garantire prospettive e rilancio industriale è ancora lungo, ma l’accordo di oggi rappresenta un passo ulteriore in questa direzione.
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“Si è trattata dell’ennesima farsa: questi incontri erano del tutto scontati, perché se facciamo un’analisi dal decreto del 29 dicembre ad oggi, ILVA apre la CGIS, il governo ha già emanato il decreto per il sostegno a reddito dei lavoratori di Ilva in AS, con il decreto del 29, la Bellanova ci infila il fondo per 3.500 lavoratori, Ilva spara il numero di 5.000 cassa integrati e il numero magicamente si riduce a 3.300 – spiega Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB -. All’interno del verbale non una sola parola sui livelli occupazionali. Non è vero che la cigs non c’entra nulla con gli esuberi strutturali perché la cgis rappresenta lo strumento per poter dichiarare gli esuberi, a differenza dei contratti di solidarietà”. “E’ finito il teatrino dell’ipocrisia nella discussione sulla procedura avviata dall’azienda per la collocazione di 3.300 lavoratori in cassa integrazione– commenta Sergio Bellavita, USB nazionale -. Ed è finito con la sottoscrizione, da parte di FIM-FIOM_UILM e ILVA, di un accordo che rappresenta il primo concreto passo verso la ristrutturazione”.