Daniele Gravili, tre anni, venne trovato sulla spiaggia di Torre Chianca, agonizzante. Era il 12 settembre 1992. Ogni tentativo di salvarlo fu inutile, il bambino morì alle nove di sera.
Era sparito, poche ore prima, dal giardino di casa. Fu seviziato, gli venne schiacciata anche la testa.
Per quell’assassinio venne accusato dapprima un disabile, poi un dipendente del Comune di Lecce, successivamente deceduto. E la vicenda si chiuse lì. Furono repertati, nel corso dell’inchiesta, circa venti dna. Ora il periodico “Giallo”, a un quarto di secolo di distanza, ipotizza che in realtà il vero assassino del bambino sia riuscito a farla franca, magari grazie alla complicità di qualcuno. Un’eventuale riapertura del caso non potrà non ripartire da quegli esami compiuti dopo la morte del piccolo.
(foto: fonte la rete)