Il 27 giugno 1980, l’aereo Dc9 Itavia fu dustrutto in volo e precipitò. Ottantuno morti, quelli che erano in volo da Bologna a Palermo. Per la strage di Ustica, passati quasi 37 anni, non si è mai realmente saputo l’accaduto. Processi e commissioni d’inchiesta non hanno mai portato alla verità. Anzi i depistaggi si sono susseguiti, riguardo a quel disastro che, in qualche modo, vede entrarci anche la Puglia: a Martina Franca, installato il radar “occhio” sul Mediterraneo. Un altro radar, quello di Poggio Ballone nel grossrtano, registrò l’accaduto e il radarista Alberto Dettori disse alla moglie “siamo stati a un passo dalla guerra”. Dettori morì, sei anni dopo: suicida, con cadavere recuperato nel fiume Ombrone. Suicidio: la versione ufficiale. Barbara, figlia di Dettori, non ci ha mai creduto e ora ha ottenuto la riesumazione dei resti del padre. C’è chi, ancora, cerca la verità, dunque. Ma da Martina Franca, cosa fu “visto” col radar dai militari dell’Aeronautica, quella sera, fatta l’ipotesi che la verità ufficiale e quella vera siano diverse?