Mentre al centro si presentava il piano di risanamento ambientale, in periferia si parlava di come fare con il territorio ionico.
Enrico Bondi e Edo Ronchi, commissario e subcommissario Ilva, hanno presentato a Roma al ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, il piano di risanamento ambientale del colosso siderurgico tarantino. Un piano ambizioso e costosissimo e da fare in tempi ristretti, altrimenti il progetto non serve a niente: tre miliardi di euro in due anni e mezzo.
A Martina Franca, per iniziativa del partito democratico, si è parlato di risanamento ambientale del territorio ionico: la sintesi perfetta di ciò che è, che è stato e che dovrà essere, viene dal sindaco di Martina Franca. Alcuni punti del suo intervento: la ricchezza di questo territorio è venuta (anche) dalla fabbrica. Ricchezza economica che si è tradotta in case, in un minimo di benessere per le comunità. Adesso non si può rimanere nel deserto produttivo. Ma neanche nel deserto ambientale. La ricetta, secondo Ancona (che non ha perso l’occasione per dire che un’attenzione va anche data dal governo centrale alle amministrazioni periferiche perché si possano mettere in circolo dei soldi e favorire una ripartenza economica) è quella di un’attenzione al turismo e alla cultura, naturalmente con la cultura ambientale in primo piano perché questo territorio va recuperato. Ma non si può rinunciare alla manifattura. Contesti non così piccoli, come possono essere un paese di cinquantamila abitanti o, ancor più, un capoluogo di duecentomila abitanti, non possono rimanere senza manifattura.
Si tratterà “solo” di risolvere questo rebus: come si fa?
