Ieri, a Taranto, si è suicidato un migrante. Di origine libica, si è buttato da un terrazzo dell’ospedale nord. Non hanno fatto in tempo a farlo desistere, ci aveva già provato alcune settimane fa. Aveva forse problemi psichici. Secondo altri racconti, chiedeva alcune migliaia di euro perché potesse aiutare la mamma a curarsi nel suo Paese. Ecco, qualora sia questa la reale causa del suicidio, si pensi alla sua aggravante rispetto al gesto estremo che di per sé, appunto, non ha pari. Non parliamo mai di suicidi ma stavolta è un caso diverso. Che rischia, al di là del localismo, di passare nel dimenticatoio quasi in silenzio. Soprattutto perché è un libico, ad essersi ammazzato. Con tanti italiani che hanno problemi.
Già, italiani. Come lo sono i due, di origine cubana, con lui che è funzionario all’aeroporto milanese di Malpensa. Ma siccome sono neri, a Margherita di Savoia, il titolare della casa-vacanza, nei giorni scorsi, ha negato loro di fruire dell’appartamento per le vacanze. Una cosa vergognosa. Il sindaco di Margherita di Savoia, opportunamente, si è scusato con la coppia, a nome della città.
A Verona, una ragazza, italiana, di quindici anni, si è vista negare la partecipazione a un concorso canoro. Perché la sua pelle è di colore nero. Una cosa schifosa.
Gravissimo ma nulla, al confronto di quanto accaduto a Rimini, ieri: una ragazza incinta al sesto mese, extracomunitaria, rapinata, buttata a terra e presa a calci. Con urla di questo genere: ti facciamo abortire negra di m… e a fare questa prodezza sono stati due italiani, fidanzati, 22enne di Caserta e 19 enne di Ancona.
Non c’è l’intolleranza, che sfocia nell’odio, solo per il colore della pelle: la Puglia si è prodotta in un paio di iniziativa contro gli omosessuali veramente incredibili. A Gallipoli, due gay cacciati dalla spiaggia perché si baciavano mentre quella del bagno con le tre opzioni, donne, uomini e gay, è una cosa assolutamente inaudita. Intolleranza, con questa gente italiana, anche pugliese, che è sicuramente la minoranza ma che ne combina una dietro l’altra. Sarebbe il momento di smetterla.