Di seguito una nota dell’economista Francesco Lenoci, vicepresidente dell’associazione regionale pugliesi di Milano, il quale oggi a Galatone parlerà della figura di don Tonino Bello, in due manifestazioni in mattinata e nel pomeriggio:
Sono passati oltre vent’anni dal giorno (20 aprile 1993) in cui il Vescovo don Tonino Bello ha dato l’ultimo colpo d’ala su questa terra in direzione del cielo. A distanza di oltre vent’anni dal dies natalis di don Tonino Bello, le impronte dei suoi passi, l’eco delle sue parole e il germogliare della sua semina hanno acquisito ancora più valenza.
Perché parlo nel nome di don Tonino Bello? Non è facile da spiegare. Viceversa, è perme facilissimo sottoscrivere completamente il pensiero di Edoardo Winspeare su don Tonino Bello:
“Da quando è morto sono accaduti degli avvenimenti che mi hanno guidato alla scoperta della sua figura e quello che mi si è rivelato è un uomo come dovrei essere io, come potremmo essere tutti, credenti e non credenti. La sua vita straordinaria mi ha fatto capire la bellezza della santità quotidiana. Ma il regalo per cui gli sono immensamente grato è l’evidente prova con la sua esistenza che un uomo solo, innamorato dei suoi fratelli umani, può fare la differenza, eccome se la può fare”.
E ancora, per me sarà motivo di grande gioia ripetere a voce alta, in una Scuola e in una Chiesa di Galatone, una meravigliosa esortazione di don Tonino Bello:
“Coltivate i sogni diurni, quelli che si fanno all’alba e che si realizzano. Non sono utopie: sono eutopie. Non sono il non luogo, ma sono il buon luogo, il luogo dove veramente si sperimenta la felicità”