Di seguito un comunicato degli organizzatori:
Una celebrazione eucaristica per il 261esimo anniversario della dedicazione della Chiesa di San Vito Martire ad Ostuni, oggi sede del Museo delle Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale. Lunedì 25 settembre 2017 alle 18.00 presso nell’antica chiesa di via Cattedrale, si svolgerà una celebrazione eucaristica a cura di don Piero Suma, per l’anniversario della dedicazione di uno dei monumenti più belli e caratteristici della Città Bianca. Alla celebrazione parteciperanno tra gli altri, il sindaco di Ostuni Gianfranco Coppola, il presidente dell’ente Museo Michele Conte e l’assessore al museo Vittorio Carparelli.
La chiesa
Lungo la via Cattedrale sulla sinistra si staglia il prospetto della chiesa di san Vito Martire, uno tra i monumenti significativi di Ostuni e del Salento, dalle linee rococò. Il tempio fu costruito tra il 1750 ed il 1752 su progetto di un anonimo ingegnere napoletano. Per realizzarlo furono abbattuti tre palazzi della nobile famiglia dei Patrelli e la medievale chiesa di san Vito colpiti dal terremoto del 20 febbraio 1743. Fino ai primi degli anni Settanta di tutto il complesso ne fruivano le carmelitane ospiti dell’attiguo convento, abbandonato da pochi decenni è passato in proprietà, unitamente alla chiesa, del Comune di Ostuni. La facciata, leggermente ondulata presenta un portone dai piedritti ruotati di quarantacinque gradi con sulla trabeazione due volute inginocchiate. In asse col portale troviamo un grande loggione mentre il frontone evidenzia caratteristiche rococò nelle linee curve e spezzate. Due acroteri ed un elegante campanile completano l’elegante prospetto di questo Tempio, considerato dai critici della storia dell’architettura tra i primi ed i migliori esempi di rococò pugliese. L’interno presenta cinque altari in pietra di gran pregio artistico e due coretti, sempre in pietra, sorretti da due semiarchi con teste di cherubini. Sette tele di artisti napoletani e romani adornavano gli altari, mentre attualmente sono state smontate e si custodiscono nell’annesso Museo di Civiltà Preclassiche in attesa di essere restaurate. Le cappelle sono dedicate ai santi Medici, a santa Teresa, al centro abbiamo il cappellone e l’altare maggiore, a santa Maria Maddalena e all’Addolorata. Tranne l’ultimo altare in stile neoclassico gli altri sono in stile rococò e furono eseguiti dal maestro scultore Francesco Morgese, autore di numerosi altari in pietra in diversi luoghi del Salento. Di notevole rilievo è la cornice in pietra gentile dell’altare maggiore realizzata lavorando un unico grande blocco di pietra. L’esuberanza delle decorazioni è presente in tutti i particolari scultorei degli altari, nelle due acquasantiere in pietra sorrette da angeli in pietra scolpiti a figura intera, nella gran quantità di statue pitree adornanti tutti gli altari laterali e nella ondulata facciata.
Sia gli esterni che gli interni mostrano chiari segni di degrado, appena celato da diversi strati di calce con cui sono state ricoperte le pareti interne. La facciata evidenzia in modo preoccupante la corrosione della pietra, mentre dei tiranti collocati da diversi decenni stanno evitando danni peggiori alla staticità di tutto l’edificio. Oltre alle tele ed agli altari pitrei, in grave stato di degrado si trovano anche gli arredi lignei di cui il tempio è ricco, l’organo settecentesco ed il pulpito, le porte, le finestre, il portone d’ingresso, le grate.