Le indagini sono scattate dopo la morte di una bambina pugliese, a causa della Seu (sindrome emolitica-uremica) nelle scorse settimane.
Utilizzavano materie prime scadute per vendere gelati dichiarati di alta qualità. L’operazione “Ice (s)cream” condotta dai carabinieri del comando regione Forestale Puglia di Bari e del reparto parco nazionale Alta Murgia di Altamura, guidata dal capitano Giuliano Palomba ha messo nel mirino 50 gelaterie sul territorio pugliese: 17 gli “artigiani” denunciati nelle città di Bari, Lecce, Taranto, Andria, Giovinazzo, Corato, Ruvo di Puglia, Bisceglie, Molfetta, Monopoli, Polignano a Mare e Torre a Mare. Interessata dal provvedimento anche una gelateria di Roma con un punto vendita in Puglia.
I controlli merceologici hanno consentito di verificare, in alcune gelaterie, la presenza di semilavorati utilizzati per la produzione dei gelati e granite scaduti, alcuni anche da 10 anni: una situazione che ha comportato il sequestro di oltre 2.000 chili di alimenti. Diverse le infrazioni inerenti le regole igienico-sanitarie dei locali all’interno delle ditte oggetto di controllo. I depositi di alimenti sono risultati non a norma mentre per un esercizio commerciale di Bari è scattato un provvedimento di chiusura temporanea.
Per gli illeciti amministrativi riscontrati, i militari hanno elevato sanzioni pecuniarie per un importo complessivo di circa 30.000 euro.
Il capitano Giuliano Palomba, comandante del reparto Alta Murgia, che ha condotto le indagini, puntualizza: “Nonostante le infrazioni abbiano interessato circa la metà delle ditte controllate, occorre evidenziare che tanti sono gli imprenditori onesti che continuano a somministrare al pubblico un prodotto di alta qualità, sano e genuino.”
Il punto è che senza un elenco dettagliato (non fornito nella comunicazione ufficiale) dei punti in cui si ritiene commesse le infrazioni, la cosa va a scapito di tutti.