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Taranto, Tamburi: scuole chiuse per vento sporco. O anche per “guerre interne al Pd” È la tesi del deputato Gianfranco Chiarelli

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Di seguito un comunicato diffuso dal parlamentare Gianfranco Chiarelli:

“Da candidato sindaco – commenta Rinaldo Melucci – avevo detto che il primo cittadino avrebbe dovuto incontrare subito i vertici Ilva. A neanche un mese dalla mia elezione ho dato loro il benvenuto a Palazzo di Città. Certi di una sinergia costruttiva e produttiva saremo lieti di collaborare con loro”. Tanto dichiarava lo scorso luglio il sindaco di Taranto con una nota ufficiale a margine dell’incontro a Palazzo di Città con la famiglia Mittal. Oggi appare evidente che quel “collaborare con loro” sia diventato di fatto impossibile. Ma il sindaco, in realtà, con la virata a 360 gradi di questi giorni non punta al confronto con la cordata che a breve dovrebbe acquisire la gestione dello stabilimento Ilva, quanto a contrastare apertamente il governo. Ciò con il sostegno del governatore pugliese. Soprattutto dopo le recenti vicende del congresso provinciale del PD si è definitivamente sancita la rottura tra il Fronte Dem e la corrente renziana, con inevitabili ricadute sul piano dei rapporti istituzionali. Tant’è che a stretto giro di posta lo stesso presidente della commissione ambiente del comune (PD di area renziana) ha espresso forti critiche ai provvedimenti del sindaco! La chiusura delle scuole dei Tamburi, dopo quella dei giardinetti voluta da Stefàno, non solo non risolve il problema, in quanto si dovrebbe disporre a questo punto la chiusura di tutte le attività del quartiere e il trasferimento temporaneo dei cittadini, ma crea danni su danni in quanto si perdono giorni di lezione, senza alcuna certezza che i bambini non siano attinti dalle polveri! Davvero difficile comprendere questa guerra vera e propria tra fazioni del partito di maggioranza relativa che governa a livello centrale, regionale e locale! Così come continua ad essere incomprensibile l’atteggiamento di totale chiusura dei commissari che, al momento, restano gli unici responsabili, ancorché protetti dalla immunità penale ed amministrativa, di ritardi nell’attuazione dell’ Aia e di inadempimenti dal punto di vista della gestione economica dello stabilimento. Si smetta con le contrapposizioni tra gruppi del PD e si provi a unire la città, coinvolgendo tutte le istanze sociali ed istituzionali per definire un piano serio di azioni che risolvano una volta per tutte la vertenza Ilva, che è una questione di ordine politico e sociale e non solo materia di trattativa contrattuale.


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