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Taranto, la mafia del pesce voleva anche far eleggere un candidato al consiglio regionale della Puglia Undici arrestati in carcere, uno ai domiciliari. Accuse: frangia della sacra corona unita, legami con la 'ndrangheta. Operazione in varie città pugliesi

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Indagini avviate tre anni fa, dai carabinieri, nei confronti di quello che è ritenuto un sodalizio di stampo mafioso. A capo, Cataldo Caporosso, di Massafra. Dodici arrestati, uno di loro ai domiciliari. Secondo l’accusa, avevano esercitato un controllo crescente nel mercato ittico tarantino, sia con danneggiamenti anche pesanti nei confronti di chi non si sottometteva, sia acquisendo aziende del settore intestandole a prestanome. Alle regionali 2015 poi, volevano far eleggere alle regionali della Puglia un candidato massafrese, comunque non eletto e la cui identità non è stata specificata. Inoltre è estraneo alla vicenda. L’organizzazione, ritenuta frangia della sacra corona unita, era caratterizzata secondo gli inquirenti dai legami fra Caporosso e il clan di Umberto Bellocco, di Rosarno. Una cosca della ‘ndrangheta. Arresti fra il tarantino, il barese e la provincia Bat. Disposto anche il sequestro preventivo di un’attività commerciale di onoranze funebri, quattro veicoli e vari rapporti finanziari bancari e postali, riconducibili a Caporosso e ai suoi familiari.


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