Il parroco della chiesa del Purgatorio a Fasano, il celebrante nel duomo di Brindisi, oggi devono dare una spiegazione divina, e dunque di speranza, per il passaggio da questo all’altro mondo. Ma qui, nella umana incomprensione, è inspiegabile che a distanza di 25 ore, in due zone diverse d’Italia, gente che neanche si conosce, muore per motivi diversissimi sia pure con un denominatore comune, la strada, e poi alla stessa ora, alle tre di oggi pomeriggio, due funerali per tre persone, nello stesso territorio provinciale. Tre giovani, tutti insieme, di cui questo territorio piange la scomparsa. Una provincia, ma ci sarebbe da dire una regione, sconvolta. Per non dire delle famiglie di questi ragazzi, e anche dei loro amici e conoscenti. Chiese stracolme, a Fasano e Brindisi.
La trentaduenne Donatella De Blasio a Fasano (foto: fonte fasanolive.it, l’arrivo in chiesa per la camera ardente) e Giovanni Longo e Carlo Solazzo a Brindisi. Lei nella chiesa centralissima del Purgatorio, loro nella chiesa madre del capoluogo, e sono uno accanto all’altro, Giovanni e Carlo, perché la loro amicizia continua anche nella cerimonia funebre. E continua anche dove sono ora, per i credenti. E magari ora incontrano lei, mai vista nella vita precedente, e diventano pure amici. Chissà.
Un perché profondo, dal punto di vista degli umani, però, non c’è per tutto questo. L’alta velocità, l’alcool, la nebbia nel caso dei due brindisini venticinquenni (e la 92enne di Surbo che si è risvegliata pensando di essere all’inferno, con quell’auto che le ha sfondato casa); oppure nel caso di lei, la fatalità, in autostrada, durante il lavoro notturno di autista di tir: cause del momento. Ma tre giovani, falciati dalla strada, tre giovani che volevano vivere (per Donatella, anche la maglia numero 1, lei era il portiere della Virtus Martina Franca di calcio a cinque femminile) e che invece non ci sono più: no, un motivo, visto da quaggiù, non c’è. Come fa a esserci.
