Quella della Fiera del Levante sarà, nel prossimo periodo, anche una delle più accese discussioni della campagna elettorale a Bari, per l’elezione del nuovo sindaco (la prossima primavera). C’è da scommetterci, perché le parti politiche si scaglieranno reciprocamente conto accuse, anche pesanti, su come si sia potuta creare una situazione come quella attuale: una situazione, per i conti, se non da fallimento quasi.
Il nuovo presidente della Fiera ha chiesto ad un commercialista di dare una guardata ai conti ed è venuto fuori, per esempio, che si sono spesi 26 mila euro per far arrivare a Bari dalla Basilicata un esperto per curare le piante; oppure il contenzioso con 60 dei 70 dipendenti, anche se c’erano posizioni retributive di tutto rispetto, come i 53 mila euro lordi annui ad un impiegato o i 31 mila ad un vigilante. Eccetera. In generale si parla di munifiche elargizioni, nei pareri di chi adesso vuole vederci chiaro.
C’è poi il capitolo dell’ex presidente. Gianfranco Viesti prendeva una retribuzione di quarantamila euro, ma secondo chi vuole rivedere i conti, non poteva che avere un gettone di presenza, e quei quarantamila devono essere restituiti all’ente fiera. Altrimenti, salterebbero le motivazioni per avere, da parte della Fiera del Levante, il contributo da 750 mila euro annui dagli enti fondatori,
Insomma, il caos nei conti e soprattutto, il buco. Siamo sui 2 milioni di euro annui di perdite e ,in totale, allo scorso 31 dicembre i debiti erano di 18 milioni 200 mila euro.
Fra il 2002 e l’anno scorso, il buco è di 30 milioni di euro. Oggi pomeriggio, per iniziativa del presidente della Regione, si incontrano tutti: Comune e Provincia di Bari, Camera di commercio barese. L’incontro è finalizzato a parlare del futuro dell’ente fiera, ma è arrivato adesso un macigno. cosa è stato il passato?