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Lecce: il sindaco, senza numeri mi dimetto. Deciderà il centrodestra Carlo Salvemini alle prese con l'anatra zoppa dopo la sentenza del Consiglio di Stato che lo priva della maggioranza

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La sentenza non mette in discussione il nostro successo ma il principio di governabilità. Chiederemo un voto alla luce del solo sul bilancio di previsione: deciderà il centrodestra se chiudere questa esperienza.

Lo ha detto Carlo Salvemini (a sinistra nella foto, fonte profilo facebook Carlo Salvemini) nella conferenza stampa successiva alla sentenza del Consiglio di Stato. Di seguito, quanto pubblicato dal sindaco di Lecce:

La sentenza del Consiglio di Stato – che rispettiamo oggi, come quella del TAR ieri, senza commenti né giudizi – stabilisce una nuova composizione del consiglio comunale. Non mette in discussione la mia elezione ma, esclusivamente, l’assegnazione del premio di maggioranza alla coalizione che mi ha sostenuto.
Viene pertanto evidenziato il primato del principio della rappresentatività rispetto a quella della governabilità. Un’eventualità che ovviamente avevamo messo in conto sin dall’inizio.

Cosa succede ora dal punto di vista politico.
Attendiamo che il Prefetto di Lecce – indicato Commissario ad acta – ponga in essere gli atti consequenziali stabilendo chi dovrà lasciare il seggio e chi invece occuparlo. Una volta ricevuta la comunicazione ufficiale procederemo senza indugio alla convocazione del consiglio comunale per la presa d’atto in modo da ripristinare la legittimità dell’organo.

Da quel momento i consiglieri eletti con le liste di Mauro Giliberti disporranno dei numeri per decidere lo scioglimento del consiglio comunale. E’ un valutazione politica che rientra nella loro piena ed esclusiva disponibilità. Tra l’altro coerente con le decisione di impugnare la decisione della commissione elettorale mediante la presentazione di un ricorso a firma dell’ex sindaco, del candidato sindaco sconfitto e di un parlamentare. Avente lo scopo non tanto di riconoscere il diritto Tondo, Monosi, Pala, Calò, De Benedetto, Gigante di vedersi riconosciuto un diritto leso quanto di indebolire, ostacolare l’azione del Sindaco e della sua coalizione.

Chi ha deciso legittimamente di vedere riconosciuto – in forza di 366 voti – il principio di rappresentanza rispetto a quello della governabilità – a fronte dei 3.830 voti di scarto del ballottaggio – oggi può decidere attraverso le dimissioni di 17 consiglieri concludere questa esperienza.

Per quanto ci riguarda abbiamo sempre sostenuto che siamo vincolati al patto siglato con gli elettori il 25 giugno, quando il 54.76% di loro votarono me, la coalizione siglata con Alessandro Delli Noci, la nostra agenda del cambiamento.

Avvertiamo il dovere di verificare se esistono le condizioni per una prosecuzione di questa consiliatura. Lì dove si manifestano le volontà dei rappresentanti dei cittadini, il consiglio comunale.
Lo farò in occasione del passaggio politico più importante per un’amministrazione locale, la presentazione del bilancio di previsione, che verrà approvato in giunta in settimana e al quale lavoro dall’inizio dell’anno. Lo strumento che assegna risorse e definisce le priorità delle linee strategiche di mandato. Un atto politico fondamentale, cruciale che verrà portato all’approvazione dell’aula non prima del 12-13 marzo.
Chiederemo alle forze politiche un voto per governare il cambiamento, che è l’impegno assunto con i leccesi. Alla luce del sole, in modo trasparente cosi come avvenuto in occasione dell’accordo siglato con Alessandro Delli Noci tra primo e secondo turno elettorale.
Non quindi un voto “per non andare a casa.”
Un voto “per il governo di Lecce”.

Chi non intende fare proprio questa direzione di marcia non deve fare altro che esprimersi apertamente:
o votando contro o decidendo di non votare.
In quel caso o mancheranno i numeri per l’approvazione del bilancio e quindi il consiglio si scioglie automaticamente. O mancheranno i numeri oltre quelli delle liste che mi hanno sostenuto, evidenziando l’impossibilità di andare avanti. In
quel caso presenterò le mie dimissioni, irrevocabili.

In ultimo una chiarimento ai leccesi.
Tanti dicono “subito al voto!”
Per andare alle urne tra aprile e giugno non c’è altra strada che chiedere ai consiglieri eletti con le liste di Mauro Giliberti di presentare le firme per lo scioglimento entro il 24 febbraio, non appena il Consiglio Comunale prenderà atto della nuova composizione.
Dopo quella data l’interruzione anticipata della consiliatura porterà al commissariamento della città fino alla primavera del 2019.
Le mie eventuali dimissioni – seppur formalizzate immediatamente – diverrebbero irrevocabili solo tra 20 giorni, oltre la data limite del 24 febbraio, l’unica che consente di “votare subito”.

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