Angela Valeria Lepore era in vacanza con i familiari. Litorale tarantino, luglio 2014. Il malore, tre interventi chirurgici in quaranta ore (calcolo renale, polmone artificiale e craniectomia: a chi il giorno prima era in perfetta salute). La 27enne agente penitenziaria originaria di Toritto morì. Una complicata vicenda giudiziaria va avanti da allora. Il giudice per le indagini preliminari di Taranto (è questo il fatto del giorno) ha deciso l’imputazione coatta nei confronti dell’urologo in servizio al “Santissima Annunziata” di Taranto. Escluse invece responsabilità a carico dei due medici del pronto soccorso, ospedale “Giannuzzi” di Manduria, i quali per primi curarono Angela Valeria Lepore.
Stando all’accusa, l’infezione da calcolo renale si sarebbe fronteggiata con una tac e un’adeguata terapia.
Il calvario di Angela Valeria Lepore si articolò fra il “Giannuzzi” di Manduria, l’ospedale tarantino e il policlinico di Bari. Un altro procedimento per omicidio colposo è in piedi.