Luigi Ciampoli, procuratore generale della Repubblica di Roma, ha dichiarato all’Ansa che oggi stesso chiede gli atti riguardanti le nuove rivelazioni sul sequestro di Aldo Moro.
Dice di voler fare chiarezza, il magistrato, sull’eventuale coinvolgimento di agenti dei servizi segreti i quali, secondo un poliziotto in pensione, invece di proteggere Moro protessero i terroristi che lo rapirono, il 16 marzo 1978. Quel giorno vennero ammazzati i cinque agenti di scorta, nelle fasi del sequestro dello statista nato a Maglie.
Stando all’ispettore di polizia, ora in pensione, Enrico Rossi, c’erano due agenti dei servizi segreti italiani, su una moto Honda, a margine del rapimento. Dovevano controllare che tutto funzionasse, ovvero che il sequestro si realizzasse. Il poliziotto in pensione ha fornito queste rivelazioni dopo avere indagato e avere trovato un sostanziale muro di gomma, riferisce lui. Ma casualmente, gli arrivò fra le mani, unpaio di anni fa, una lettera di un uomo che, per scrupolo personale, raccontò la vicenda della Honda. Quell’uomo era uno degli agenti segreti coinvolti, stando a quanto da lui stesso scritto. Quell’uomo è morto di cancro.
Enrico Rossi, intervistato da Rainews, ha detto “adesso si può andare fino in fondo”. Maria Fida Moro, in una dichiarazione sempre riportata da Rainews, ha detto a proposito del sequestro e dell’assassinio del padre, che si fida di Enrico Rossi e della sua versione.