La cosa è raccontata in un libro scritto da Paolo Berizzi, giornalista. Titolo: “NazItalia. Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista”, edito da Baldini&Castoldi.
Non ha certamente rilievo penale, una cena.
Commensali: Matteo Salvini, impegnato nel rendere la Lega e un movimento nazionale, e un pugliese ormai lontano dalla Puglia. Perché collaboratore di giustizia. Trattasi di Salvatore Annacondia, 61 anni, di Trani. Uno dei più sanguinari mafiosi di Puglia e d’Italia, reo confesso di 72 omicidi.
Cena elettorale, nel 2015, dove vive ora Annacondia, con altro nome e insomma identità segreta ma in quella località il passato del boss pentito, tanto segreto, non è. Salvini a tavola, fra gli altri, con il pugliese, detto Manomozza perché non ha più la mano destra (conseguenza di una malefatta). Si chiede Berizzi, e auspica, Salvini magari non conosceva l’interlocutore.
Ma ora una foto del genere, per chi aspira a fare il ministro dell’Interno, richiede un chiarimento riguardo alle frequentazioni e di certo, negli anni scorsi, una cosa del genere avrebbe provocato chissà cosa, scrive Guido Ruotolo a conclusione del suo editoriale che tratta il tema in questione.