Nel 2007, in autostrada A1, l’incidente. Un furgone prese in pieno la Y10 guidata da un 46enne che morì. Accadde una sera in territorio di Castelnuovo di Porto.
Iniziò, da lì, un procedimento giudiziario che inizialmente fu a favore del conducente del furgone, sia in sede penale sia nel contenzioso civile. In tribunale a Tivoli venne presa per buona la tesi secondo cui chi tamponò non poteva essere considerato responsabile in quanto non accortosi in tempo della presenza dell’auto in panne sulla carreggiata. Principio innovativo, che il legale pugliese ha scovato ottenendo un risultato tale da cambiare in modo determinante il corso del contenzioso. Principio sarà di riferimento anche in altre situazioni analoghe, c’è d supporre.
In particolare, peraltro, il giudizio civile a Tivoli è stato quanto meno complicato, prova me sia ad esempio il fatto che uno dei tre giudici succedutisi nel tempo, si “accorse” dopo un bel pezzo di non potersi occupare della questione.
In appello i familiari del defunto, assistiti dall’avvocato pugliese Mario Lazzaro di Martina Franca, hanno avuto ragione. Ciò grazie all’applicazione di un principio sancito in sede di Cassazione: non c’è l’esonero da responsabilità per questi incidenti, l’automatismo non ti accorgi-non sei responsabile non esiste.
Dopo il pronunciamento in appello le parti sono arrivate a una transazione: i familiari del 46enne morto ottengono un risarcimento. Dopo undici anni fatti anche di enormi difficoltà economiche, per la vedova all’epoca trentenne e il suo bambino.
Su queste basi è da capire il contenuto del responso di Tivoli, all’inizio di questa difficile storia giudiziaria.