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Michele Emiliano non si candida alle elezioni europee: “è superfluo” Il sindaco di Bari "avvisato alle due di notte con un messaggino" che non sarebbe stato capolista

michele emiliano

La logica, a questo punro, è questa: non si candida più. In tv ha detto che “se è proprio necessario” lo fa, ma che ne deve discutere insieme alla segreteria regionale. Ma la segreteria regionale del partito, proprio, gli ha chiesto di non candidarsi più al parlamento europeo e di puntare dritto alla presidenza della Regione Puglia.

Non si è ritirato ufficialmente ma, dopo lo sgarbo di ieri, Michele Emiliano, praticamente al parlamento europeo non si candida più. “Intendiamoci, se è necessario, mi candido, ma in Puglia abbiamo tante cose da fare, anche l’anno prossimo” ha detto, sempre in tv, il sindaco di Bari.

Il bello è che a chiedergli di fare il capolista era stato proprio Matteo Renzi che poi lo ha slurato e la comunicazione gli è arrivata così: “avvisato con un messaggino alle due di notte”. “A questo punto dico che non c’è bisogno che io mi candidi alle europee”.

Del resto, lo sgarbo sulla questione della lista per le europee non è manco il primo, nei confronti di Emiliano che doveva diventare ministro e non lo è diventato, nel governo di Renzi. Può bastare, nei confronti del sindaco di Bari, questo trattamento. Bastare e avanzare.

Peraltro nel Pd pugliese c’è maretta: un predecessore di Emiliano, Sergio Blasi, lo attacca dicendo che non può fare un giorno una cosa (candidarsi) e il giorno dopo quella opposta (non candidarsi più). Questa storia delle europee, nel Pd della Puglia, stanno avendo la “bravura” di farla passare avanti, nel dibattito politico, rispetto ai problemi del centrodestra dilianato per le elezioni comunali di Bari.


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