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Tromba d’aria nel leccese, “dodicesimo episodio del 2018”. Gravi danni, crollata anche la facciata di una chiesa Coldiretti Puglia: a Tricase "in campagna ha sradicato alberi anche di dimensioni notevoli"

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È crollata anche la facciata di una chiesa, a Tricase. Danni a varie case e strade. E colture. Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

Si è abbattuta l’ennesima tromba d’aria in provincia di Lecce con epicentro a Tricase, segnala Coldiretti, il 12esimo episodio da marzo a novembre del 2018 che anche in questo caso ha arrecato gravi danni alle strutture, in campagna ha sradicato alberi anche di dimensioni notevoli e alcune strade risultano interrotte.

“Si susseguono senza tregua gli eventi estremi, per cui è stata richiesta ai Parlamentari pugliesi una deroga al Decreto 102 sulle calamità naturali, per far rientrare nei meccanismi della declaratoria di calamità e dell’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale anche le colture assicurabili. La tromba d’aria a Tricase è stata accompagnata da una forte grandinata e da una pioggia torrenziale che ha allagato i terreni. Stilare un bilancio sarà possibile solo nei prossimi giorni, tempo permettendo, quando le campagne torneranno ad essere accessibili. In questo momento non è possibile”, denuncia Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Lecce.

Da marzo a novembre sono 12 i tornado e le trombe d’aria che si sono abbattuti sulla Puglia – segnala Coldiretti – a marzo a Lecce, ad aprile a Lequile, a giugno a Santo Spirito di Bari e a San Foca, a settembre a Salice Salentino, a novembre a Taurisano, Martina, Manduria e in provincia di Brindisi e a Parabita, secondo i dati ESWD, l’anagrafe europea degli eventi meteo estremi come tornado, bombe d’acqua, trombe d’aria, tempeste di fulmini.

“Anche il meccanismo assicurativo deve essere rivisto – aggiunge Giuseppe Brillante, Direttore di Coldiretti Lecce – perché le polizze multirischio non coprono assolutamente le colture dagli eventi estremi che si stanno verificando a causa della tropicalizzazione del clima, oltre ad essere eccessivamente onerose. Anche i periodi in cui possono essere stipulate le polizze non sono più rispondenti alle necessità degli agricoltori, come per esempio per il comparto olivicolo le polizze possono essere sottoscritte esclusivamente da marzo a maggio”.

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