Di seguito un comunicato diffuso da Stefano Coletta, già vicesindaco e assessore all’Ambiente del Comune di Martina Franca:
Ho partecipato in data 10 dicembre 2018, insieme ad altre persone facenti parte di più associazioni cittadine, ad un incontro organizzato dal Comune sul tema rifiuti. Sono stato costruttivo al massimo, senza polemiche di sorta, mettendo sul tavolo le stesse proposte che quando ancora era vicesindaco sottoposi ai consiglieri comunali, non ottenendo risposte. Sono passati 8 mesi e non si è visto nessun passo in avanti. Ecco perché spero davvero che questo mio apporto possa essere considerato utile alla causa.
Veniamo alle proposte. Con una piccola premessa: Martina Franca ha consolidato la sua raccolta differenziata. E’ stabile il dato del 70/71%, segno che il servizio funziona e la gran parte dei cittadini collabora. Ci ricordiamo come stavamo prima? 3% di raccolta differenziata, cassonetti sfondati con topi e faune varie, discariche in ogni cassonetto dell’agro (oltre 400 postazioni, quindi 400 discariche), servizio in proroga da 10 anni, mezzi distrutti, personale demotivato, stipendi pagati con ritardo e tanto altro.
Ci vogliono alcuni accorgimenti per migliorare il servizio attuale. Non grandi modifiche, ma piccole correzioni che consentiranno ai cittadini una raccolta più agevole. Correzioni che, solo con l’effettiva partenza del servizio e con la pratica quotidiana, potevano essere individuate. Suddivido le proposte in Centro Urbano, Agro e Utenze Commerciali.
Centro Urbano:
1. Sono state chiuse alcune isole ecologiche presenti in città, con la motivazione della “inciviltà”. Non mi è sembrata una scelta corretta. Per quanto ci siano ancora alcuni utenti incivili (che corrispondono spesso agli evasori della Tari, in quanto non ritirando i mastelli per la differenziata, utilizzano le strade o le isole ecologiche per gettare la loro busta), la gran parte dei rifiuti gettati al loro interno era costituita da plastica. Pertanto suggerisco, prima di chiudere altre isole ecologiche, di migliorare il servizio relativo al conferimento della plastica: 2 prese settimanali anziché 1 sarebbero auspicabili. Il maggior costo si potrebbe compensare con una presa in meno di rifiuto organico ( 6 prese settimanali di organico sono davvero tante, considerando che i comuni virtuosi in Italia sono già a 2 prese e la media si attesta a 3 prese settimanali ).
2. Eliminazione ab origine della plastica. Come ormai tanti comuni stanno facendo, in linea con le direttive europee e ministeriali, anche la nostra città può guardare al futuro, eliminando completamente la plastica. Dai luoghi pubblici fino alle mense comunali, passando per i cittadini, sarebbe auspicabile una ordinanza (come Taranto, Sassari, Orvieto, Noto e tanti altri comuni) che vietasse vendita ed uso della plastica, così da risolvere il problema del super utilizzo della plastica sin dalla radice. Lanciando un bellissimo messaggio alle future generazioni che, probabilmente, faranno il bagno in un mare sempre più inquinato da plastiche e sostanze simili.
3. Continuare i controlli su condomini che espongono su ciglio stradale o in aree private ad uso pubblico i carrellati. La legge deve essere uguale per tutti e non devono esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Agro:
La nota più dolente di questo avvio è l’abbandono di buste sui cigli stradali. Sicuramente, prima del nuovo servizio, la situazione era peggiore, con i cassonetti sfondati che erano discariche abusive e mangiatoie per i cani randagi. Ma ancora c’è tanto da migliorare. Posto che la lotta all’incivile deve proseguire imperterrita (bene l’utilizzo di foto trappole e del servizio di monitoraggio ambientale) e che non esiste nessuna giustificazione al comportamento schifoso di chi abbandona rifiuti per strada, credo che esistano alcune soluzioni che già 8 mesi fa suggerii senza avere risposta.
1. La prima soluzione che proposi ai consiglieri comunali prima della partenza del servizio era il Porta a Porta in tutto l’agro, attraverso una trattativa condotta tramite il vecchio DEC (Direttore Esecutivo del Contratto, stranamente oggi non rinnovato e affidato ad unità interna all’amministrazione, con evidenti limiti di tempo da dedicare ed esperienza nel settore) con l’azienda che svolge il servizio. La proposta prevedeva l’allargamento del porta a porta cittadino ad un raggio di utenze di circa 2/3 km dall’attuale limite del porta a porta urbano. Prevedeva poi il porta a porta per la restante parte dell’agro con frequenze minori rispetto al centro urbano (visti gli spazi che si hanno nelle abitazioni rurali, alcune tipologie di rifiuti come il vetro, possono essere ritirate ogni 15 giorni) e la predisposizione di poche isole ecologiche che avrebbero servito le zone più lontane e meno abitate dell’agro (ad esempio Pianelle). Il maggior costo di questo servizio sarebbe stato recuperato attraverso la revisione delle prese di organico in città (da 6 settimanali a 3/4), dalla eliminazione dei costi di costruzione delle isole ecologiche nell’agro (da 12 a 3) e dalla eliminazione di una serie di servizi offerti dall’azienda alcuni dei quali, ancora oggi, non sono partiti (ad esempio utilizzo drone per controllo agro). La proposta dunque era a costo zero per amministrazione e cittadini. Quando la proposi, i consiglieri comunali, riuniti in sede di maggioranza, specialmente coloro che risiedono nell’agro, rifiutarono tale proposta, scegliendo di iniziare con il sistema delle isole ecologiche. Io stesso, riuscii a strappare all’azienda, a costo zero, il servizio di isole ecologiche mobili che rende meno difficoltosa la raccolta nell’agro. Al netto di tutto ciò, verificherei se fosse ancora possibile passare al Porta a porta nell’agro a queste condizioni, perché continuo a ritenerla la proposta migliore in termini di efficacia del servizio e comodità dello stesso.
2. La seconda soluzione è quella di accelerare l’iter, qualora il porta a porta venisse ancora una volta ritenuto non valido, per la costruzione delle isole ecologiche definitive, le cui postazioni (alcune delle quali al limite della realizzabilità, perché ad esempio su strade provinciali) furono decise da tecnici comunali e consiglieri comunali dell’epoca (2013/14). Iter che, quando mi dimisi, era quasi al termine e che, ancora oggi, non vede la luce. Le attuali isole ecologiche montate nell’agro sono temporanee e, nei vari incontri con i cittadini che si tennero prima della partenza del servizio, dicemmo loro che, verificata la funzionalità delle isole temporanee, le avremmo trasformate subito in definitive. Trasformarle in definitive significa, oltre a migliorare il lato estetico delle stesse, dotarle di servizi ulteriori come: la videosorveglianza, l’illuminazione, la pesa dei rifiuti e il riconoscimento dell’utente. Inoltre le isole definitive potrebbero ospitare i cassonetti per la raccolta dell’organico, eliminando il maggior problema lamentato dai cittadini dell’agro, ossia l’obbligo di avere la compostiera. Anche il cassonetto del secco residuo potrebbe essere collocato all’interno, con apertura temporizzata, altrimenti si incentiverebbe il suo utilizzo in qualsiasi giornata e in qualsiasi ora. Il sogno sarebbe quello di mettere all’interno di tali isole, piccole compostiere di comunità (da 700/1000 utenti), le cui tecnologie sono ormai all’avanguardia, che consentono di evitare che l’organico venga trasportato negli impianti e che dall’organico si produca compost (anche i costi sono ormai calmierati).
Utenze non domestiche urbano:
1. Non è ancora stata data una risposta alle attività commerciali (soprattutto bar, ristoranti, pizzerie) che espongono su suolo pubblico o in aree private ad uso pubblico, i carrellati per la raccolta differenziata, con un notevole disagio in termini di decoro, di traffico, di camminamento pedoni e di pulizia. Già prima di dimettermi avevo proposto una soluzione semplice, che non fu presa in considerazione dai colleghi consiglieri. I comuni dell’ARO/TA2 stanno incamerando 50 mila euro mensili fino a un totale di 1 milione di euro che, una ditta soccombente nel giudizio relativo alla aggiudicazione del servizio rifiuti, sta versando nelle casse comunali. In proporzione, al Comune di Martina Franca, entreranno quasi 700 mila euro (compresi i soldi che il Comune deve recuperare dagli altri enti dell’ARO), che possono essere spesi. Ho sottolineato come sia fondamentale evitare che comode manovre ragionieristiche utilizzino quei soldi per altre voci di bilancio, quando invece quei soldi provengono da una ottima conduzione del contenzioso relativo alla gara rifiuti e devono essere spesi per migliorare il servizio. Pertanto, un primo investimento, può essere fatto nell’ottica di migliorare il servizio alle attività commerciali che non hanno lo spazio interno per tenere i carrellati e che, come unica soluzione, hanno quella di posizionarli all’esterno del locale (non si può dire loro di recarsi presso una isola ecologica dedicata, perché in ogni caso devo avere un luogo dove accumulare i rifiuti durante la giornata lavorativa e, comunque, data la grande mola di rifiuti prodotti, dovrebbero anche dotarsi di un mezzo idoneo di trasporto): regalare loro delle “station” in legno o in materiale idoneo che assolvano alla funzione di coprire i carrellati posti all’esterno dell’attività, anche migliorando il decoro urbano (copricarrellati dotati di lucchetto o chiave o antine). In questo modo non assistiamo a arcobaleni di carrellati per le strade, garantiamo pulizia e responsabilizziamo l’utente. A Locorotondo alcuni commercianti, a proprie spese, lo hanno fatto. Sarebbe bello un gesto distensivo dell’amministrazione verso una categoria che produce reddito in città. In casi specifici, come ad esempio la presenza di più attività all’interno della stesse strada o piazza, si potrebbero ideare soluzioni specifiche con la realizzazione di “station” decorative più grandi in unico punto, che raccolgano i carrellati di più utenze.
Infine, è necessario prevedere ulteriori premialità ai cittadini virtuosi. A tal fine, sono sì importanti manifestazioni che regalano buoni spesa ai cittadini, ma ormai sono superate dal nuovo servizio. E’ importante prevedere nuove agevolazioni Tari, ridare funzionalità al PEI di via Toniolo e giungere all’obiettivo della TARIP, ossia la tariffa puntuale, che calibra la bolletta in base alla quantità di differenziata prodotta. Per giungere alla TARIP, però, è fondamentale mettere a norma il sistema di raccolta nell’agro, perché anche i cittadini che vivono nell’agro devono essere riconoscibili mediante le strumentazioni informatiche (in città è già predisposto su mastelli e mezzi il sistema RFID, nell’agro o si passa al porta a porta come in città con sistema RFID o si mettono le pese dei rifiuti nelle future isole ecologiche definitive).