Il ministro dell’Interno ha incontrato Al Bano al Viminale. Il cantautore pugliese gli ha regalato una bottiglia di vino da cinque litri. Dopo una bevuta avrebbero pure cantato “Felicità”. Il ministro ha fatto prontamente circolare le foto dell’incontro. Una cosa che riguarda la Puglia, essendo Albano Carrisi uno dei pugliesi più famosi nel mondo.
Non altrettanto prontamente, Salvini, si è occupato di una cosa riguardante la Puglia e verificatasi ieri. Salvini non ha chiesto scusa al marocchino assolto ieri a Taranto. Marocchino che era stato accusato di violenza sessuale a Castellaneta Marina lo scorso agosto ma i giudici (donne) hanno detto che quell’uomo è innocente. Anche il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione. La 17enne accusatrice rischia ora il processo per calunnia e il fidanzato della ragazza rischia l’accusa di falsa testimonianza.
Ad agosto un gruppo di leghisti fra cui il parlamentare Sasso (che definì “bastardo” il marocchino) inscenò in spiaggia a Castellaneta Marina un’ingloriosa ronda: vennero cacciati dai bagnanti, i leghisti. Salvini, da ministro dell’Interno, con molta prontezza (e senza sapere le cose, un po’come ha fatto quando per un tweet stava per far saltare un’operazione antimafia) scrisse che “nel Decreto sicurezza che ho in testa bestie come lui saranno prontamente rimandate al loro Paese”. E le scuse a “lui”‘, quel marocchino innocente, Salvini? Le doverose scuse? La prontezza non deve essere solo per pubblicare foto mentre sta mangiando e offese alla gente. Deve chiedere scusa, il ministro. A un migrante. A un uomo innocente.
Sul piano politico poi, quelle affermazioni del ministro abbinate alla sentenza di ieri danno il parametro del provvedimento voluto da Salvini: il pregiudizio.