di Angela Maria Centrone
Questa settimana l’eroe scelto è un concetto astratto con il quale, bene o male nella vita, dobbiamo aver a che fare tutti: l’imprevisto.
Per “imprevisto” si intende un evento inatteso, non previsto. La parola è composta da “in” negativo e il participio passato di prevedere, che deriva dal latino praevidere (prae – prima e videre – vedere), e nella nostra lingua è attestata soltanto dalla metà del XIX secolo ed è usata sia come sostantivo che come aggettivo. Nella prima accezione è intesa più come intoppo, fuoriprogramma, mentre nella seconda è vicina a qualcosa che giunge inatteso, come un ospite. Ma in entrambi i casi “l’imprevisto” ha a che fare con la sorpresa.
Per quanto nella nostra vita sia possibile programmare tutto, ci sarà sempre “l’imprevisto” a scombinare i nostri piani. Sicuramente la neve al Sud resta “l’imprevisto” per antonomasia, perché se da una parte la meteorologia riesce a prevedere piuttosto efficacemente il suo arrivo, dall’altra le nostre risorse ad accoglierla restano ancora piuttosto inadeguate. Spesso sappiamo che cadrà, ma non in quale misura e per quanto tempo. Per quanto le previsioni siano precise ecco che “l’imprevisto” è lì dietro l’angolo. La sua forza è quella di costringerci a riprogrammare la nostra giornata – o la nostra vita – all’ultimo momento, lasciando la macchina nel garage per fare una passeggiata, non andando a lavoro per stare con la famiglia, restando a casa per riscoprire il piacere di leggere un libro. L’imprevisto è eroico perché a lui dobbiamo arrenderci ma allo stesso reagire, esplorando nuove strade e soluzioni. Ed è questo che, in fondo, ci rende piacevolmente umani e ci distingue dalle macchine: non ragionare per schemi preimpostati, ma essere pronti al cambiamento, anche repentino. Senza inversioni di rotta, probabilmente, la nostra esistenza sarebbe grigia.
Eugenio Montale negli ultimi versi della poesia “Prima del viaggio” scrive:
“E ora che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo.”
Laddove il viaggio è metafora della vita e per quanto ci si possa preparare e sia rassicurante non avere sorprese, queste sono le uniche ragioni che ci fanno sentire vivi.