Di Michele Vigilante:
Dopo i numerosi casi di avvistamento di lupi selvatici che hanno ripopolato il promontorio garganico, creando numerosi danni a aziende zootecniche, arriva la richiesta da parte di Cia Capitanata dell’apertura di un tavolo di confronto.“Al Parco Nazionale del Gargano chiediamo un maggiore coinvolgimento nei processi decisionali in materia di danni da fauna selvatica. L’Ente ha condiviso la nostra proposta di attivare un tavolo, coinvolgendo le organizzazioni agricole, per concordare insieme le azioni in grado di contemperare l’esigenza di salvaguardare l’esistenza del lupo e tutelare le attività zootecniche” afferma Michele Ferrandino, presidente provinciale CIA Capitanata. L’emergenza lupi e la salvaguardia delle aziende zootecniche è stato il punto all’ordine del giorno della
della riunione di martedì 26 febbraio nella sede del Parco Nazionale del Gargano, a Monte Sant’Angelo. La richiesta di tale incontro era stata formulata proprio da CIA Capitanata alla luce delle notizie circolate sull’assegnazione dei cani pastori abruzzesi per difendere le greggi. In virtù di una determina di dicembre si stabiliva di individuare le aziende zootecniche del Gargano a cui affidare i cuccioli di cane da pastore secondo il criterio del maggior numero di predazioni da lupo subite dal bestiame ovi-caprino allevato, in un perimetro di quattro comuni del Parco che a loro volta subiscono maggiori predazioni.
All’incontro hanno partecipato il vice presidente del Parco Nazionale del Gargano, Claudio Costanzucci e la direttrice facente funzioni Carmela Strizzi insieme al direttore provinciale Nicola Cantatore e Leonardo Santucci, Rappresentante Allevatori CIA Zone Montane, alla guida di una delegazione di allevatori di Rignano Garganico, Monte Sant’Angelo, Manfredonia e Vieste.
“Abbiamo evidenziato le criticità derivanti dalla proliferazione degli animali selvatici, acclarata anche a seguito di ricerche e monitoraggi condotti proprio dal Parco Nazionale del Gargano – spiega il direttore provinciale CIA Capitanata Nicola Cantatore – Nell’ambito dei tavoli tecnici, intendiamo concertare anche le azioni utili a sollecitare la modifica della legge nazionale n. 157/92 e strutturare un emendamento qualificato alla normativa vigente”.
I risultati dei monitoraggi condotti attraverso la realizzazione del progetto di sistema “Convivere con il Lupo, conoscere per preservare: misure coordinate per la protezione del Lupo” testimoniano una presenza consistente del lupo sul territorio del Parco Nazionale del Gargano, composta da più branchi che, per soddisfare le loro esigenze alimentari, predano, oltre agli ungulati selvatici, anche capi di bestiame domestico allevati nell’area protetta garganica. Il bestiame più predato dal lupo, secondo le ricerche condotte dall’Ente, è rappresentato dagli ovi-caprini.