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Xylella e gelate, la Puglia vuole mezzo miliardo di euro. Emiliano: pronti alla disobbedienza civile Lettera congiunta con Di Gioia: le somme in cinque anni

torchiarolo ulivi sradicati 1

Di seguito il testo della lettera di Michele Emiliano e Leonardo Di Gioia ai parlamentari nazionali ed europei:

“La misura è colma e la pazienza è finita. Abbiamo sperato fino all’ultimo che questo Governo comprendesse la estrema gravità della situazione della olivicoltura pugliese. È per questo che siamo pronti a durissime forme di lotta assieme a tutti i sindaci e ai presidenti delle province pugliesi e a tutti i coltivatori e lavoratori del settore”.

“Negli ultimi anni l’agricoltura pugliese è stata colpita da una calamità che, per i suoi effetti, ha dimensioni che supera qualsiasi cosa sinora sperimentato nel nostro paese.

Circa 180.000 ettari di oliveti, quasi il 40% della SAU delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, sono in area dichiarata infetta da Xylella fastidiosa.

Considerando una media di 110 piante per ettaro, si può stimare che 20 milioni di piante di olivo ricadono in una zona in cui non è più possibile eradicare il batterio e sono condannate ad un progressivo manifestarsi e diffondersi dei sintomi della malattia, con numeri in evidente e preoccupante crescita. Ai danni arrecati alle aziende agricole si sommano i danni per i vivai siti in area delimitata, a cui è vietata la commercializzazione di piante specificate, i danni per i frantoi che, evidentemente, si vedono pericolosamente ridurre la materia prima a disposizione e, ovviamente, i danni per il paesaggio regionale fortemente caratterizzato dalle presenze di olivi spesso di ragguardevoli dimensioni e particolare pregio estetico.

I danni strutturali o per mancata produzione sono enormi e difficilmente quantificabili e riguardano un numero di soggetti economici colpiti che è egualmente elevato. La prima attenzione non può, però, non essere sull’aspetto sociale ed economico: solo nel 2018 nelle aree colpite – 1 milione di giornate agricole perse, cali di produzione sino al 90%.

Quest’anno la Puglia vive anche un ulteriore evento dannoso ovvero la gelata del febbraio 2018 che ha colpito in maniera senza precedenti gran parte degli oliveti regionali mettendo a rischio la fioritura e la conseguente messa a frutto delle piante. Le gelate per cui la Regione Puglia ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità hanno colpito i territori compresi in 32 comuni tra il basso tavoliere, l’Alta Murgia e parte del Sud Est Barese e il Tarantino Orientale. Sono state colpite le aree in cui è presente l’olivicoltura maggiormente specializzata con danni che secondo le stime dell’amministrazione regionale ammonterebbero a 186 milioni di Euro ma sono destinati ad aumentare se si dovessero riscontrare effetti anche sulla seconda annualità produttiva.

Le sofferenze dell’olivicoltura sono confermate da alcune stime della campagna di produzione italiana di olio di oliva 2018-19 secondo cui ci sarebbe stato un eccezionale e drammatico calo produttivo con un crollo del 58% della produzione. L’impatto sull’agricoltura pugliese e sull’intera economia regionale è assai evidente dato che il comparto olivicolo contribuisce conta su 270 mila imprese olivicole ed un fatturato di 522 milioni di euro l’anno pari al 13% del totale della produzione agricola regionale.

In uno scenario di tali dimensioni, il territorio pugliese non può che reclamare il supporto e la solidarietà del Governo nazionale e della Commissione Europea. In particolare, si reclama l’urgente predisposizione di norme atte a favorire le attività economiche nelle aree delimitate tra cui, in particolare:

-norme che consentano di velocizzare l’espianto degli oliveti infetti e la loro sostituzione con piante immuni o resistenti operando in deroga alla presenza di vincoli nazionale;

-norme che facilitino la commercializzazione in area infetta dei prodotti vivaistici derivanti da vivai siti in area delimitata;

-norme tese ad aumentare la quota nazionale “vigneto” dei territori colpiti da xylella;

-misure di aiuto che possano consentire forme di indennizzo per i frantoi;

-sostegno alla creazione di una filiera virtuosa (energetica, artigianale, di prodotto) che sappia valorizzare il legno derivante dall’elevatissimo numero di alberi che saranno espiantati.

Inoltre è indispensabile che siano individuate ulteriori risorse economiche, in molti casi addizionali a quelle già disponibili, per finanziare un vero e proprio piano olivicolo teso a:

-ristorare le perdite alle aziende della filiera colpite dalla batteriosi e dalle gelate attraverso un sostegno per mancato reddito sotto forma di premio a superficie, una decontribuzione dei costi previdenziali, da applicare alla parte agricola e alla parte non agricola della filiera olivicola, la sospensione per uno o più anni delle scadenze dei mutui;

-ripristinare la potenzialità produttiva delle aree infette da Xylella consentendo il reimpianto di piante resistenti o immuni;

-favorire l’adeguamento dei vivai posti in area delimitata affinché possano accreditarsi come sito indenne;

-sostenere il monitoraggio delle aree infette per poter avere un quadro certo della diffusione dell’infezione nelle zone non sottoposte a monitoraggio regionale, effettuare una eventuale riperimetrazione all’interno della zona infetta per differenziare le aree palesemente infette da quelle asintomatiche e prevedere per queste ultime gli stessi interventi fitosanitari e colturali previsti per la zona cuscinetto;

-favorire operazioni di innesto di olivi monumentali posti in zona infetta e al di fuori dell’area di contenimento con varietà resistenti;

– avviare una campagna di espianto e reimpianto di tutti gli ulivi colpiti da Xylella presenti nelle campagne pugliesi che, a causa della parcellizazione della proprietà terriera e della difficoltà e spesso impossibilità di individuare i proprietari, sono attualmente abbandonati. Questo al fine di restituire al paesaggio pugliese la sua caratteristica essenziale, minimizzando o prevenendo i rischi connessi all’abbandono dei campi (di natura idrogeologica, ambientale e di pubblica sicurezza) e alle ricadute su una delle industrie turistiche più importanti del Mediterraneo.

-agevolare una più efficace applicazione delle misure fitosanitarie da parte delle pubbliche amministrazione siti nelle aree oggetto di monitoraggio da parte della Regione Puglia che hanno competenze su strade, canali o direttamente su fondi agricoli mediante un sostegno ad hoc.

Occorre un piano straordinario e specifico che stanzi, nei prossimi 5 anni, non meno di 500 milioni di euro oltre quelli già previsti dal PSR o da altre misure emergenziali

È incomprensibile come davanti ad una catastrofe di dimensioni epocali, capace di mettere in ginocchio una parte significativa del Paese, il Governo sia prudente, lento a prendere decisioni e soprattutto, lesini sulle risorse. Nel recente passato non si è esitato minimamente ad intervenire, in situazioni drammatiche come quelle del ponte di Genova si sono elargite risorse per salvare banche con veri e propri blitz legislativi. Pretendiamo la stessa attenzione e la pretendiamo ora. Siamo pronti ad intraprendere ogni azione di disobbedienza civile necessaria fino a quando non verrà varato il piano straordinario che la Puglia attende e merita. Non permetteremo che il paesaggio, l’economia, l’ambiente, la storia stessa della Puglia venga sacrificata sull’altare della indifferenza nazionale”.


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