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Dopo l’espianto dell’agrumeto di Palagiano Coldiretti

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Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti:

“Da novembre scorso abbiamo denunciato la grave crisi che il comparto agrumicolo della provincia di Taranto sta vivendo. A nulla sono valsi gli appelli alla Regione Puglia. Di 2,5 milioni di quintali di agrumi prodotti, ben 1,5 milioni sono rimasti invenduti. Non è pensabile che per farsi ascoltare dalla politica, gli agricoltori debbano arrivare a distruggere il prodotto o a eradicare gli alberi. Servono fatti, non solo annunci”, ha tuonato il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo, mentre in campagna a Palagiano c’è stato l’ennesimo espianto di un agrumeto di 180 alberi di clementine. A pochi metri dal campo, segnala Coldiretti, un altro agricoltore ha espiantato altri alberi di clementine.
“Gli agricoltori non ce la fanno più a sopportare in solitudine importazioni selvagge, crollo dei prezzi, rischi ambientali – ha aggiunto il presidente Cavallo – che le imprese agricole joniche stanno subendo quotidianamente per le frontiere colabrodo che fanno entrare agrumi con foglia senza controlli fitosanitari. E’ un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, di cui la Regione Puglia deve diventare consapevole e iniziare, pur con grave ritardo, ad affrontare sul piano strutturale”.
“I prezzi della campagna ormai chiusa sono stati sempre troppo bassi perché avessimo convenienza a raccogliere il prodotto – ha raccontato Vincenzo Stellaccio, l’agricoltore di Palagiano che ha deciso di espiantare gli alberi – e in queste condizioni non è più possibile andare avanti. La mia è stata un decisione sofferta, perché si tratta di alberi di 60 anni che vedo da sempre, che fanno parte della mia storia e della mia vita, ma io vivo di agricoltura e ho bisogno di avere un futuro, un reddito aziendale certo”.
Senza mercato gli agrumi tarantini, mentre sono cresciute le importazioni di prodotto da Africa e Sud America – segnala Coldiretti Taranto – e in soli 2 mesi il Marocco ha esportato in Italia 170mila tonnellate di clementine per non parlare delle triangolazioni che avvengono attraverso la Spagna, per far diventare il prodotto comunitario. Coldiretti ha chiesto una stretta sui controlli degli agrumi importati dall’estero che invadono il mercato interno e avvio di controlli a tappeto anche nei mercati generali per assicurarsi che sulle etichette sai indicata chiaramente l’origine del prodotto, oltre ad accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la commercializzazione di 100.000 quintali di agrumi e stanziamento delle risorse per il risarcimento dei danni subiti dai produttori e dai vivaisti in caso di obbligo di espianti.
Coldiretti Puglia ha chiesto, tra l’altro, un ordine del giorno del Consiglio regionale che impegni il Governo regionale ad adottare tutte le iniziative utili a sostenere il comparto agrumicolo.
“Abbiamo bisogno che venga scritto e adottato un Piano agrumicolo regionale – ha concluso il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo – che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto”.


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