Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:
Riconosciuto lo stato di calamità per la tromba d’aria del 28 ottobre 2018 che ha colpito la provincia di Brindisi, in particolare Apani, Brindisi, Latiano, Oria, Francavilla e Torre Santa Susanna, per cui Coldiretti Brindisi già il 29 ottobre scorso ha sollecitato le verifiche in campo per non rischiare quanto accaduto per altre calamità in Puglia, per cui la richiesta inviata tardivamente al Ministero ha fatto perdere agli agricoltori i benefici del Fondo di Solidarietà nazionale. La declaratoria è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, comunica Coldiretti.
“Sono stati oltre 5mila gli ulivi anche secolari strappati dal vento, sradicati o spaccati in due, strutture e muretti ridotti in pezzi, canali esondati e distrutti dalla violenza dell’acqua e del vento, serre e impianti fotovoltaici abbattuti, tendoni di uva da tavola e da vino demoliti, ortaggi in asfissia e marciti, animali nella migliore delle ipotesi scappati per le recinzioni divelte o morti a causa del crollo delle strutture e degli allagamenti. Il danno stimato ammonta a circa 20 milioni di euro”, denuncia il presidente di Coldiretti Brindisi, Filippo De Miccolis.
“Il quadro in quei giorni è stato apocalittico. Vedere alberi di dimensioni notevoli sradicati e allettati e le campagne coperte da un manto di olive è desolante perché si è trattato di un disastro naturale di dimensioni incalcolabili che ha colpito principalmente – aggiunge il Presidente De Miccolis – per cui i nostri uffici si sono immediatamente attivati per le verifiche in campo”.
Da marzo a novembre del 2018 sono stati 11 i tornado e le trombe d’aria che si sono abbattuti sulla Puglia – segnala Coldiretti – a marzo a Lecce, ad aprile a Lequile, a giugno a Santo Spirito di Bari e a San Foca, a settembre a Salice Salentino, a novembre a Taurisano, Martina, Manduria e in provincia di Brindisi colpendo numerosi comuni e a Parabita, secondo i dati ESWD, l’anagrafe europea degli eventi meteo estremi come tornado, bombe d’acqua, trombe d’aria, tempeste di fulmini. “Sono eventi estremi per cui il meccanismo della declaratoria di calamità naturale e del Fondo di solidarietà naturale, così com’è strutturato, non funziona più”, conclude il presidente De Miccolis.
L’assoluta mancanza di liquidità e le gravi situazioni debitorie che ne sono conseguite necessitano di interventi non riconducibili alle calamità “ordinarie”- denuncia Coldiretti Puglia – bensì a strumenti straordinari, considerato che ormai la tropicalizzazione del clima e il global warming espongono la Puglia sempre più frequentemente ad episodi calamitosi estremi.