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Fasano: minaccia di prendere “a calci nel culo” l’agente della riscossione, condanna in appello Sentenza di secondo grado nei confronti di un 36enne

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Secondo la querela, l’uomo oggi 36enne aveva minacciato l’agente della riscossione e lo aveva offeso dandogli dell’inbroglione millantatore. Fatti contestati risalenti a sei anni fa, a Fasano. In primo grado l’ingiuria e le minacce costarono una condanna all’uomo. In appello a Brindisi, caduta (perché non più fattispecie di reato) quell’ingiuria è però stata riconosciuta la minaccia. Nello specifico, quella di farla pagare, e di prendere “a calci nel culo”, l’agente della riscossione. Quattro mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione) e 1500 euro per le spese del grado di giudizio in favore della parte civile, la condanna di secondo grado. Altri 5500 euro complessivi costutuivano (oltre ad accessori) la parte pecuniaria della condanna di primo grado. È costato caro, finora, minacciare quel calcio.


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