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Bari, “Europa: madre o matrigna?” Convegno il 6 aprile

locandina Europa madre o matrigna copia

Di seguito il comunicato:

Il Laboratorio Don Bosco oggi è lieto di presentare il I seminario sociopolitico “Europa: madre o matrigna?” che avrà luogo presso la Biblioteca di quartiere Don Bosco sabato 6 aprile alle 09.30. Questo primo appuntamento sarà dedicato al tema dell’Unione Europea, sulla sua genesi e sulle sue attuali strutture per stimolare una riflessione sul suo possibile futuro.

Saranno presenti in qualità di relatori il prof. João J. Vila-Chã SJ, docente di Filosofia Politica presso la Pontificia Università Gregoriana, il prof. Ennio Triggiani, docente di Diritto dell’Unione Europea presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e, come moderatore, l’on. Prof. Pino Pisicchio, docente  presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma.

Il seminario rappresenta un’ulteriore tappa del percorso avviato nel 2015 con la nascita della Scuola di formazione sociopolitica “Alberto Marvelli” che negli anni ha saputo presentare numerose proposte fra cui il I Convegno sociopolitico “Narrazione e cronaca della città che vogliamo: Economia – Legalità – Società” del 23 marzo 2019 con la partecipazione dell’economista suor Alessandra Smerilli.

“L’Europa, se vuole diventare e smettere di essere matrigna – afferma il direttore dell’Istituto salesiano SS. Redentore, don Francesco Preite sdb – deve ripensare le politiche economiche in ordine alle necessità e ai bisogni dei cittadini. Troppo spesso le politiche economiche e monetarie sono regolate da un’austerità e pressione fiscale eccessiva, figlia della paura e della chiusura che permette di salvare la «cassa» e di distruggere la «casa». Questo significa investire sui giovani, sul lavoro e sulla formazione professionale. Sono proprio questi ultimi ad essere paradossalmente i soggetti più poveri fra le classi sociali odierne. Basti pensare che in alcune aree del nostro Sud la disoccupazione raggiunge il 50%. Questo grido dei poveri non può rimanere inascoltato da un’Europa che vuole essere sempre più madre e non matrigna.”


 


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