Di seguito un comunicato diffuso da Lucrezia Vinci, candidata al parlamento europeo:
«L’Europa deve diventare madre per tutti quei giovani che sono pronti a formare una famiglia. Oggi è invece la grande assente rispetto a questo loro diritto». Lo ha dichiarato Lucrezia Vinci, candidata al Parlamento europeo, oggi a Napoli durante la manifestazione nazionale di Fratelli d’Italia conclusa dal comizio di Giorgia Meloni.
«Cambiare tutto in Europa significa anche, per noi italiani, riprenderci quel modello sociale, fissato dalla Costituzione, che riconosce i diritti della famiglia come società naturale» dichiara la candidata di Martina Franca. «Se le condizioni economiche impediscono a molti giovani anche solo di ragionare sulla possibilità di fare una famiglia, c’è un diritto fondamentale che viene negato. Oggi non se ne parla, mentre invece occorre reclamarlo ad alta voce. Perché è la politica di austerità imposta dall’Europa che pesa sul futuro di questi giovani costringendoli alla precarietà. Ed è questa politica che noi di Fratelli d’Italia vogliamo combattere e cambiare!».
Inoltre: «Le istituzioni, tanto in Europa che in Italia, devono sostenere quelle giovani coppie pronte a mettere al mondo dei figli e a prendersene cura. Una società fondata sulla famiglia è sinonimo di stabilità e di regole certe. Imporre invece, in maniera subdola, la precarietà, la paura, l’austerità fine a se stessa, vuol dire costringere i più deboli all’emarginazione e negare il futuro ai giovani. Noi non ci stiamo e chiediamo il voto dei cittadini per poterne difendere i diritti: prima casa, lavoro, infrastrutture di cittadinanza».
Lucrezia Vinci conclude: «Molto spesso sono le donne, quando il dibattito politico diventa confuso, ad avere le idee chiare. E sono le donne a schierarsi in prima linea per farsi carico del cambiamento. Scegliere il 26 maggio Lucrezia Vinci e Fratelli d’Italia per il Parlamento europeo significa dare forza a chi realmente è disposto a battersi con coerenza per principi, valori e programmi che sono nell’interesse di tutti».