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Genitori tarantini e LiberiAmo Taranto al governo: che ne è della sentenza di Strasburgo? Richiesta di informazioni sul recepimento

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Il primo nella lista dei destinatari è il presidente del Consiglio. Di seguito il testo della missiva:

OGGETTO: Richiesta informazioni sullo stato di recepimento della Sentenza di Strasburgo del 24/01/2019. Ricorsi nn. 54414/13 e 54264/15 – Lettera ai Ministri

Giorno 24 gennaio scorso, come noto, è stata emessa dalla Corte Europea dei Diritti Umani la sentenza di condanna dell’Italia per la violazione dell’articolo 8 e 13 della convenzione dei diritti umani.

In tale dispositivo giuridico vengono indicate, dal punto 178 al punto 180, le modalità attraverso cui lo Stato italiano è chiamato a rimediare a tali violazioni.  Noi ricorrenti, insieme a tutti i cittadini di Taranto, colpiti negli anni da tali violazioni, aspettavamo di conoscere, quindi, se il Governo avesse impugnato tale sentenza o avesse iniziato a conformarsi alle prescrizioni contenute in essa.

Ci saremmo aspettati, infatti, che già in occasione della visita a Taranto di un corposo gruppo di rappresentanti del Governo, avvenuta il 24 aprile scorso, il vicepresidente del Consiglio, l’on. Luigi Di Maio e i ministri Barbara Lezzi, Sergio Costa, Grillo e Bonisoli, avessero informato i cittadini tarantini, delle decisioni e azioni che lo Stato ha intrapreso per rimediare alle gravi violazioni rilevate dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo.

In quella occasione, riteniamo, avrebbero dovuto rispondere alle domande di diversi rappresentanti delle associazioni presenti al tavolo in Prefettura per chiarire se lo Stato italiano avesse presentato ricorso alla Grande Camera, visto che il termine per la presentazione dell’istanza scadeva proprio lo stesso giorno dell’incontro con le associazioni tarantine; in caso contrario, avremmo comunque gradito conoscere le azioni intraprese dal Governo per ottemperare alle prescrizioni previste dalla sentenza.

Gradiremmo sapere, inoltre, se Governo ritiene di aver recepito le prescrizioni della sentenza Cedu mediante le recenti modifiche apportate all’articolo 46 del decreto crescita. In tal caso, riterremmo molto grave l’azione di questo esecutivo perchè, nonostante le modifiche apportate a quella norma, verrebbe confermato l’ultimo piano ambientale approvato, ritenendo che lo stesso “risolva” l’emergenza sanitaria, mentre invece i dati raccolti e le evidenze scientifiche, sostenute dal prof. Alessandro Marescotti ma anche da ARPA e Asl  locali, dimostrano che, in particolare per quanto riguarda le emissioni di diossina, tali provvedimenti sono del tutto inefficaci a risolvere le violazioni e i danni ambientali che la procura di Taranto ha quantificato in 8.100.000.000 di euro, mentre il piano di risanamento ne prevede solo 1.100.000.000.

Alla luce dei dubbi sopra esposti e in assenza di sufficienti informazioni a riguardo, non possiamo escludere dunque che l’incontro dello scorso 24 aprile a Taranto tra autorità politiche e associazioni, sia stato unicamente finalizzato ad un “apparente” coinvolgimento del territorio, in vista delle prossime consultazioni per il rinnovo del parlamento europeo.

Con questa missiva, pertanto, le chiediamo di fare chiarezza e di informare noi tarantini, cittadini italiani, se il Governo italiano ha impugnato la sentenza CEDU presso la Granda Camera.

Inoltre gradiremmo sapere se con l’emanazione del decreto crescita lo Stato italiano ritiene di aver adempiuto alle disposizioni contenute nei punti 178 e 180 della sentenza che prevedono testualmente che il ” piano ambientale approvato dalle autorità nazionali e recante l’indicazione delle misure e delle azioni necessarie ad assicurare la protezione ambientale e sanitaria della popolazione, dovrà essere messo in esecuzione nel più breve tempo possibile.

“Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino!”

Associazione Genitori tarantini – Ets

Associazione LiberiAmo Taranto – APS


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