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Conte, per riavere il pugliese premier occhio alla direzione nazionale Pd Stamani il difficile confronto interno dei democratici. Quirinale, da oggi pomeriggio consultazioni

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Giuseppe Conte si è dimesso ieri ma il suo discorso in Senato era fatto anche di contenuti programmatici. Come dire: vado ma tornerei anche subito. Naturalmente non dipende solo da lui. Anzi, il percorso per lui è quasi impraticabile.

Dipende quasi esclusivamente dal partito democratico che, più ampiamente, ha nelle mani il destino della diciottesima legislatura. Una responsabilità enorme con una decisione difficilissima da prendere, perché nel Pd ci sono tre correnti di pensiero.

Renzi, al quale fanno riferimento molti parlamentari democratici, non avrebbe problemi a proseguire con il premier pugliese. Naturalmente, con un programma ben definito e nettamente diverso da quello dei 14 mesi di governo M5S-Lega appena andato in archivio dopo 446 giorni.

Zingaretti, segretario che ha dunque la guida del partito, è molto meno possibilista. Con una pregiudiziale, fra l’altro: no a un Conte-bis. Linea del partito e linea dei gruppi parlamentari sono piuttosto diverse dunque. Tanto da non fare escludere perfino una scissione con i renziani fuori dal Pd e protagonisti di un altro movimento.

C’è poi la linea di pensiero di Carlo Calenda: governo con i 5 stelle scelta suicida, da evitare.

Il Pd proverà a prendere una decisione oggi, nella direzione nazionale del partito (inizio ore 11) che appare il vero snodo della legislatura.

Dalle 16, consultazioni in Quirinale. Il presidente della Repubblica vuole una soluzione entro una settimana (volendo largheggiare). Altrimenti, al voto.


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