Aggiornamenti: https://www.noinotizie.it/15-05-2014/la-minorenne-di-monopoli-morta-in-casa-di-uno-sconosciuto-la-procura-di-roma-apre-uninchiesta/
La trasmissione tv “Chi l’ha visto?” ha raccolto gli elementi, con il consueto rigore, e ha tracciato il perimetro di quello che è un giallo. La ragazza di 17 anni, di Monopoli, morta in una casa a Roma Prati è morta, secondo la trasmissione, forse a causa di una overdose.
L’uomo che l’ha ospitata, la notte dell’8 maggio, in casa sua nel quartiere di Roma Prati, ha detto sin da subito che la ragazza era una sconosciuta, che l’aveva incontrata alla stazione Termini e che, appunto, l’aveva ospitata per la notte nell’abitazione in cui l’uomo, Corrado, vive con l’anziana madre. Una telefonata alla trasmissione mette in dubbio che i due non si conoscessero, ma questo elemento va approfondito. Invece, ciò che è certo è questo: la ragazza si era allontanata da un centro di recupero di Civitavecchia, aveva intenzione di tornare in Puglia ed era a Roma Termini per quello. L’adulto che l’ha avvicinata, l’8 maggio, l’ha portata a casa sua. Poi, la mattina del 9 maggio, ha chiamato la polizia, Corrado, dicendo che la ragazza era morta. Si trovava nel letto. Una sconosciuta, non identificata neanche, fino alle scorse ore. Corrado ha riferito che la ragazza gli aveva detto di avere 22 anni. Oggi si è ricostruito il quadro, nelle prossime ore il riconoscimento ufficiale da parte dei familiari. La ragazza era scappata alcune settimane fa, una prima volta, dalla comunità di Civitavecchia. Di recente le era morto il papà.
Queste le cose accertate, grazie anche al contributo di persone che conoscevano e vogliono bene la minorenne. Però è un giallo il motivo della morte della ragazza: se a causa di overdose, in quella casa, chi le ha dato la droga? Corrado che non si è sottratto a nessuna delle visite della polizia in questi giorni (oggi compreso) ha detto, fin dal primo momento, di non avere alcuna responsabilità.
Questo non è più il caso di una scomparsa. Ora siamo in piena cronaca nera.
