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Nicola Bellomo, barese eroe di guerra riabilitato troppo tardi Il generale fu giustiziato l'11 settembre 1945

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L’11 settembre è l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle (2001) ma anche quello dell’assassinio di Salvador Allende nel golpe cileno (1973).

Anche un anniversario che è ingiustamente di secondo piano in Italia: quello della morte di Nicola Bellomo, generale barese.

Fucilato per sentenza della corte marziale btitannica, come criminale di guerra, l’11 settembre 1945, a Nisida. Riabiliato, come eroe di guerra, dall’Italia nel 1951.

Nato nel 1881 aveva combattuto nella prima guerra mondiale. Monarchico, era divenuto generale del regio esercito italiano e, da militare, servì l’Italia. Quando era governata da Mussolini, anche, con la scellerata e tragica entrata nella seconda guerra mondiale. Durante quel periodo uccise un inglese. Ciò che lo portò al giudizio e all’esecuzione. La corte marziale britannica non tenne conto delle risultanze di due inchieste, del regio esercito italiano e della Croce rossa, che scagionavano Bellomo dall’accusa di crimini di guerra. La corte marziale britannica non consentì l’intervento del legale di Nicola Bellomo al quale fu assegnato un avvocato d’ufficio. L’Italia fece poco o nulla, in quell’immediato dopoguerra, per salvare il suo generale. Forse per più complessivi accordi politici e geopolitici, chissà.

Eppure, con l’armistizio, con la cacciata dei nazifascisti del 1943, Nicola Bellomo rimase praticamente l’unico ufficiale, sul campo, a difendere Bari, dell’inizio di settembre di quell’anno, dai tedeschi, mentre il re con Badoglio scappava verso e da Brindisi e mentre gli alleati arrivavano a Taranto.

Non gli valse, avere tenuto la strenua difesa della città. Forse non gli valse perché, nei mesi successivi, si era attirato parecchie inimicizie avendo denunciato imboscati anche agli alti e agli altissimi livelli, dell’apparato militare e difensivo italiano.

Venne processato per un crimine di guerra non commesso. Venne fucilato. Nel 1951 la tardiva riabilitazione italiana, con la medaglia d’argento al valor militare.

(foto: fonte Wikipedia)


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