Di seguito il testo della lettera inviata dall’associazione Peacelink al presidente del Consiglio:
Gentile Presidente,
come tutti noi, anche lei avrà ascoltato le dure parole di Greta Thunberg sui cambiamenti climatici.
Le emissioni di CO2 costituiscono una minaccia per il futuro. E’ bene non avere reticenze e dire tutta la verità. Ma in Italia la verità sulla CO2 non è ancora stata detta tutta.
UN CLIMATE MONSTER
In Italia infatti la massima fonte globale di emissioni di anidride carbonica (CO2) è costituita dalla somma della CO2 dello stabilimento siderurgico di Taranto con la CO2 delle sue due centrali termoelettriche connesse.
L’ILVA risulta al 42° posto in Europa.
L’ILVA risulta inoltre al 4° posto in Italia seconda graduatoria recentemente diffusa:
1. Centrale termoelettrica a carbone di Civitavecchia: 8.100.000 tonn/anno
2. Raffineria (nome e località non specificati): 6.300.000 tonn/anno
3. Centrale termoelettrica a carbone di Brindisi/Cerano: 5.400.000 tonn/anno
4. Stabilimento siderurgico ArcelorMittal Taranto: 4.700.000 tonn/anno
Ma attenzione: in tale elenco mancano le due centrali termoelettriche CET2 e CET3 asservite al ciclo siderurgico di ArcelorMittal.
I DATI GLOBALI EFFETTIVI
Se aggiungessimo alle emissioni ILVA anche le emissioni delle due centrali termoelettriche CET2 e CET3 connesse all’ILVA di Taranto (le cui emissioni di CO2 sono tenute distinte) lo stabilimento siderurgico ILVA – gestito da ArcelorMittal – raggiungerebbe e supererebbe i dieci milioni di tonnellate annue di anidride carbonica all’anno, piazzandosi saldamente al primo posto in Italia. Entrerebbe così anche nella top-ten della classifica europea degli impianti con maggiori emissioni di CO2.
Da un punto di vista tecnico le centrali termoelettriche CET2 e CET3 forniscono energia allo stabilimento siderurgico di Taranto ricevendola a loro volta dal ciclo siderurgico in forma di gas e bruciandola. In tal modo viene emessa un’enorme quantità di CO2 che non figura nell’elenco sopra riportato.
Le centrali termoelettriche dello stabilimento siderurgico soddisfano a costo zero il fabbisogno energetico dello stabilimento siderurgico bruciando i gas di scarico degli altoforni e delle cokerie, in cui un ruolo molto importante gioca il carbone.
I DATI “INVISIBILI” DELLA CO2 SIDERURGICA
– CET2: l’energia elettrica prodotta dall’impianto CET2 è ceduta allo stabilimento siderurgico alla tensione di 66 kV. L’impianto CET2 fornisce, a richiesta, vapore allo stabilimento siderurgico a 2,0 MPa. Ha 3 camini da 120 metri di altezza e dal diametro di 5 metri ognuno. Le emissioni di CO2 (le ultime elencate sul sito nella Dichiarazione ambientale verificata EMAS 2016) sono pari a 3.046.760 tonnellate/anno.
– CET3: l’energia elettrica prodotta dall’impianto CET2 è ceduta allo stabilimento ILVA alla tensione di 66 kV e 220 kV, il vapore a 2,0 MPa ceduto allo stabilimento siderurgico (mediamente 140 t/h). Ha 3 camini di diametro 5,5 m e altezza 60 metri. Le emissioni di CO2 (le ultime elencate sul sito nella Dichiarazione ambientale verificata EMAS 2016) sono pari a 2.941.890 tonnellate/anno.Sommando alle emissioni di CO2 dello stabilimento (4.700.000 tonnellate/anno) anche le emissioni di CO2 delle due centrali termoelettriche CET2 e CET3 (3.046.760 + 2.941.890 = 5.988.650) si ottiene un totale di 10.688.650 tonnellate/anno di CO2 provenienti dal ciclo siderurgico integrale.
Con questi numeri lo stabilimento siderurgico di Taranto diventa la prima fonte emissiva di CO2 in Italia.
Noi siamo convinti che neanche lei, signor Presidente, conoscesse i dati che le stiamo inviando, altrimenti siamo convinti che li avrebbe presi in seria considerazione in vista degli appuntamenti internazionali di questi giorni.
Signor Presidente, la invitiamo ad occuparsi personalmente della massima fonte emissiva di CO2 in Italia: l’ILVA di Taranto.
Lei ha detto all’ONU che l’Italia è in prima linea per l’ambiente.
Ce lo dimostri spiegando come intende contrastare la minaccia climatica delle emissioni siderurgiche a Taranto. E agendo di conseguenza.
Cordiali saluti e buon lavoro
Prof. Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
www.peacelink.it