Home » Orta Nova: 53enne uccide la moglie e le due figlie, poi si suicida Nella notte la strage familiare
Nella notte, intorno alle due, la strage familiare. In una casa di via Guerrieri, nel pieno centro di Orta Nova (Foggia) un 53enne agente di polizia penitenziaria, Ciro Curcelli, ha prima sparato, uccidendole, alla moglie 54enne Teresa Santolupo e alle figlie di 12 e 18 anni. Ha poi telefonato ai carabinieri, ha detto degli assassinii, ha comunicato che avrebbe lasciata la porta di casa aperta, ha puntato la pistola d’ordinanza verso di sé e si è suicidato. Carabinieri impegnati nella ricostruzione e per risalire ai motivi dell’accaduto.
Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia penitenziaria Uspp Puglia e Basilicata:
Il segretario regionale dell’Unione sindacati di polizia penitenziaria (Uspp) di Puglia Basilicata, Vito Messina, fa sapere attraverso un comunicato “che il sindacato si è rivolto al Capo Dipartimento dr Basentini, per lanciare un altro grido d’allarme stato di disagio lavorativo degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria”. “Di questi temi – prosegue Messina – si è discusso nel corso di un convegno che si è tenuto anche in basilicata, incentrato sul tema dello stress da lavoro correlato”. Messina ricorda che “si è registrato un altro grave epilogo: dell’omicidio-suicidio di un Poliziotto penitenziario, tragedia familiare avvenuta questa notte nella Provincia di Foggia . Sono anni che ci battiamo su questo tema, cioè del grave rischio suidicidario”.
“La Polizia Penitenziaria, si dirà – è scritto nella missiva indirizzata al dottor Basentini – non è la sola a pagare con la perdita di vite umane per una serie di circostanze avverse che possono connotare la vita delle persone e non essere direttamente dipendenti dallo stato di servizio, eppure noi che ogni giorno incontriamo il personale sappiamo benissimo che esistono elementi stressogeni connessi al delicato compito svolto, che non possono non incidere fortemente sullo stato d’animo e il benessere psicologico di chi opera nelle forze dell’ordine con particolare riferimento alla Polizia Penitenziaria. Abbiamo lanciato l’allarme più volte negli anni e più volte ci sono stati annunciate soluzioni ridondanti ma mai si è concretizzato qualcosa che potesse intervenire concretamente su un fenomeno il cui impatto rischia di essere molto più importante di quello dei casi che si contano. Nel tempo abbiamo assistito a timidi interventi dell’Amministrazione Penitenziaria a cui abbiamo suggerito di istituire dei centri di ascolto, aumentando anche le iniziative per migliorare il benessere lavorativo del personale costretto a vivere non solo la durata del servizio ma anche le pause lavorative e le notti lontano da casa, in ambienti che definire tetri e angusti è fargli un complimento”. vedi la grave situazione che si sta registra nella casa circondariale di foggia, cosa che solo poco giorni ho denunciato.
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