La giornata di Giuseppe Conte a Taranto è terminata nella notte. Al siderurgico, ai Tamburi, in prefettura, per incontrare lavoratori del siderurgico e cittadini che del siderurgico non ne possono più, per incontrare chi indaga su quell’impianto, per sottoporsi alle domande dei giornalisti.
E per ricavare una considerazione unanime: ci ha messo la faccia. Un apprezzamento impossibile da negargli soprattutto perché è andato nella città ionica nel momento più difficile della storia contemporanea della città e momento di grave preoccupazione per il sistema Paese.
Ha rappresentato la presenza dello Stato, ha detto cose oneste alla gente, anche nei confronti a volta duri. Ha ricevuto applausi. Ha dato la percezione chiara di essere un cittadino, al pari di tutti gli altri, preoccupato per la situazione drammatica. Ma anche di avere il quadro del da farsi per provare a uscirne: lavoro duro e niente proclami. Un successo personale per il capo del governo, in termini di autorevolezza, il contatto con Taranto. Nei giorni in cui perde (con ogni probabilità) i franco-indiani, l’Italia trova un presidente.
(foto: fonte presidenza del Consiglio dei ministri)