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Casamassima: preziosi per circa 150mila euro rubati, arrestata badante Rivenduti al compro oro, secondo l'accusa

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Di seguito un comunicato diffuso dai carabinieri:

I militari della Stazione Carabinieri di Casamassima, hanno dato esecuzione ad  un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di L.A., 50enne del luogo, ritenuta responsabile di furto continuato in abitazione e ricettazione.

Nei primi giorni del mese di novembre, una 50enne di Casamassima si è presentata presso la locale Stazione CC per sporgere una denuncia  di furto in abitazione di diversi monili in oro, per un valore complessivo di circa 150.000,00 euro, ad opera d’ignoti.

Dalle immediate indagini ed in base ad alcune circostanze, i militari operanti hanno subito orientato le indagini verso la badante che dal mese di febbraio a novembre assisteva alla madre 91enne della denunciante. Dalle verifiche presso alcuni “Compro Oro” della zona è, infatti, emerso che la donna, nel periodo in cui aveva prestato assistenza all’anziana, in diverse circostanze, si era recata presso i vari negozi ubicati nel centro per vendere oggetti in oro.

Proprio alcuni preziosi, non ancora venduti e presenti nei vari Compro oro, sono stati immediatamente riconosciuti dalla vittima senza alcuna ombra di dubbio, come parte della refurtiva asportata.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bari, hanno portato i Carabinieri anche ad eseguire una perquisizione domiciliare presso l’abitazione della badante, nel corso della quale è stata rinvenuta la restante parte dei monili sottratti, tutti riconosciuti dalla vittima come propri.

Evidente dunque che la donna sfruttando la sua prestazione di badante abbia approfittato della libertà di movimento all’interno dell’abitazione, dapprima, per la ricerca ed il reperimento della chiave della cassaforte a muro e, successivamente, con plurime azioni, impossessandosi di preziosi per poi rivenderli nei negozi “Compro Oro” del luogo.

Con un castello accusatorio così preciso e inconfutabile il GIP del Tribunale di Bari ha quindi condiviso appieno la richiesta di custodia cautelare avanzata dalla locale Procura della Repubblica, emettendo un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari che è stata subito eseguita dai militari operanti.


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