Di seguito un comunicato diffuso dai carabinieri:
All’alba di oggi (24 gennaio 2020) i Carabinieri della Compagnia di Castellaneta (TA) hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Taranto su richiesta della Procura Jonica, a carico di sei soggetti – tre condotti in carcere ( D.G.A. 34enne, A.M. 40enne e B.M. 40enne) e tre sottoposti agli arresti domiciliari ( C.R. 20enne, L.D. 30enne e P.V. 38enne), tutti di nazionalità italiana, residenti a Palagiano (TA) e gravati da precedenti di polizia – ritenuti responsabili, a vario titolo, di “associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di furti”, “ricettazione” e “uccisione di animali”.
Le indagini, svolte anche con l’ausilio di attività tecniche, dai Carabinieri della Stazione di Palagianello (TA) e dal NORM di Castellaneta, dal novembre 2018 al marzo 2019, hanno consentito di mettere in luce la struttura organica e l’operatività di un sodalizio dedito alla commissione di furti in abitazioni rurali e in danno di aziende agricole, da cui venivano sistematicamente asportati attrezzi agricoli, arnesi da lavoro e cospicue quantità di carburante per autotrazione.
L’operazione, denominata San Diego (in memoria di Diego, un cane di razza volpino barbaramente ucciso da uno dei malviventi durante un furto), trae origine dalle varie denunce sporte dalle vittime che messe a sistema con una meticolosa analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, hanno consentito l’identificazione degli otto componenti dell’organizzazione criminale, di cui 6 destinatari del provvedimento restrittivo in esame e 2 che affronteranno le fasi successive del procedimento penale, in stato di libertà.
Nel corso delle indagini, i militari hanno:
- arrestato nella flagranza del reato di furto aggravato in abitazione tre delle persone colpite dalla citata ordinanza. L’arresto, avvenuto l’11.3.2019, consentiva anche il recupero (e la conseguente restituzione al legittimo proprietario) di alcuni attrezzi da lavoro, del valore complessivo di circa 5.000 euro, nonché il sequestro di numerosi arnesi da scasso;
- nel corso di una perquisizione eseguita il 14.3.2019, rinvenuto e sequestrato presso un deposito in uso a un componente della banda, refurtiva di vario genere riconducibile ad alcuni furti in abitazioni rurali e aziende agricole (attrezzi agricoli, utensili da lavoro, un ciclomotore, tre frigoriferi, due aspirapolveri, un’idropulitrice e due gruppi elettrogeni). Nella circostanza, il soggetto, oggi condotto in carcere, veniva denunciato a piede libero;
- ricostruito i ruoli degli indagati in seno all’organizzazione, promossa e coordinata da G.A., 34enne, il quale, oltre a partecipare personalmente alle azioni criminose:
- individuava gli obiettivi da razziare, sfruttando la sua conoscenza del territorio, maturata grazie al proprio lavoro di riparatore di mezzi agricoli anche a domicilio;
- decideva la composizione delle batterie, assegnando compiti e ruoli ai componenti di volta in volta prescelti;
- procacciava potenziali ricettatori della merce rubata;
- accertato la responsabilità degli indagati in ordine a ben 23 episodi di furto e 18 di ricettazione, commessi in Palagianello (TA), Castellaneta Marina (TA), Palagiano (TA) e Massafra (TA).
Nel corso dell’odierna operazione, presso le abitazioni di D.G.A. e di B.M., sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro, perchè ritenuti di probabile provento di furto, una smerigliatrice, un soffiatore per fogliame, due cassette con chiavi inglesi e combinate, due motoseghe a scoppio, tre gruppi elettrogeni, una lavastoviglie e un amplificatore.
Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:
Plauso di Coldiretti Puglia all’operazione condotta dai carabinieri della stazione di Palagianello e del Nucleo operativo radiomobile di Castellaneta che, su ordine del Tribunale e della Procura di Taranto, hanno dato scacco ad un sodalizio criminale finalizzato nella provincia jonica a furti, ricettazione e uccisione di animali.
“Le campagne sono in balia di gruppi della criminalità, agromafie che fanno il paio con le ecomafie, dove si moltiplicano i fenomeni criminali con furti di prodotti agricoli e chilometri di fili di rame, sabotaggi ai danni di aziende agricole e cantine, taglio di ceppi e spalliere dei vigneti, smaltimento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
La Puglia è al terzo posto della classifica nazionale, con un livello di infiltrazione criminale pari all’1,31 – insiste Coldiretti – emerge, tra l’altro, come il fenomeno delle agromafie, nel corso degli ultimi anni, abbia accresciuto la propria intensità in particolar modo in Puglia, con Bari all’1,39%, Taranto all’1,30%, Barletta-Andria-Trani all’1,27%. La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile.
“Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari. I reati contro il patrimonio – aggiunge Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto – rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciano le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali, taglio di ceppi di uva e tiranti di tendoni, sono solo alcuni degli atti criminosi a danno degli agricoltori”, insiste Cavallo.
Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy. I poteri criminali si “annidano” nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione.
Capitolo a parte merita – conclude Coldiretti Puglia – il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori.